Luce Irigaray

Luce Irigaray (1930, Blaton, Belgio). La sua opera, tradotta in tutto il mondo, è punto di riferimento per il pensiero della differenza sessuale. Laureatasi in Filosofia nel 1955 all’università di Lovanio (Belgio), si trasferisce in Francia agli inizi degli anni Sessanta, dopo aver insegnato a un liceo di Bruxelles per qualche anno. Nel 1961 riceve una laurea in psicologia presso l’Università di Parigi e nel 1962 il Diploma di psicopatologia. Dal 1962 al 1964 lavora per la Fondazione Nazionale della Ricerca Scientifica in Belgio, dopodiché inizia a lavorare come assistente presso il Centro Nazionale della Ricerca Scientifica di Parigi, dove è attualmente direttrice di ricerca. Partecipa ai seminari di psicoanalisi di Jacques Lacan (che sarà di fondamentale importanza nel suo percorso), ma la psicoanalisi sarà solo il suo primo interesse, seguiranno la filosofia, la letteratura e la linguistica. Nel 1968 consegue il dottorato in Linguistica sempre a Parigi. Dal 1970 al 1974 insegna presso l’Università di Vincennes (Parigi) e in questo periodo diventa un membro dell’EFP (Ecole Freudienne de Paris, fondata da Jacques Lacan).
Nel 1974 pubblica la sua tesi di dottorato Speculum, de l’autre femme dove critica con pungente ironia il pensiero di Freud e di Lacan sulla sessualità femminile. Questo libro, che provoca molte polemiche, segna la sua rottura con Lacan e la porta alla sospensione dall’incarico di insegnante presso l’università di Vincennes. Al Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS) di Parigi, che abbiamo nominato prima, si è dedicata soprattutto al tema sulla differenza linguistica tra donne e uomini, confrontandosi con uomini e donne, sia della sua stessa disciplina sia di altre.
Luce Irigaray riesce a trovare un nuovo pubblico nei circoli femministi a Parigi (viene inoltre coinvolta in manifestazioni per la contraccezione e per il diritto all’aborto). Tiene molti seminari e conferenze in tutta Europa, decine dei quali vengono racconti e pubblicati.
Nel 1982 ottiene la cattedra di filosofia all’Università Erasmus di Rotterdam.
Nel 1991 viene eletta deputata al Parlamento Europeo. Con cui lavorerà con il parlamentare Renzo Imbeni nella stesura di una prima costituzione europea, poi respinta dalla commissione in favore della nascita di una commissione riservata ai diritti della donna, molto criticata dalla Irigaray.
Nel 2003 le è stata conferita la laurea honoris causa in letteratura dall’università di Londra. E’ stata visiting professor all’università di Nottingham. Nel 2007 ha insegnato all’università di Liverpool. Nel 2008 ha ricevuto la laurea honoris causa dall’University College di Londra.
Luce Irigaray ha dichiarato di non amare parlare della propria vita privata, ecco perché si sa molto poco di lei. A suo parere l’entrata nel mondo intellettuale da parte della donna è stata una battaglia vinta faticosamente e con molti sacrifici, e quindi ogni riferimento a fatti privati è un possibile modo per screditare la voce femminile in questo ambiente già poco accogliente.


Bibliografia delle opere in italiano
(vedi anche la bibliografia ragionata)

  • L’ospitalità del femminile, Il Nuovo Melangolo, Genova 2014.

Ci sono culture in cui l’ospitalità non è un problema, ma una pratica quotidiana, un modo di essere al mondo, una declinazione della vita. Si tratta di culture principalmente femminili, per cui il mondo e la vita sono aperti all’altro, all’incontro, allo scambio, rifiutando qualsiasi dinamica di conflitto.

  • All’inizio, lei era. Bollati Boringhieri, Torino 2013.

In questo libro, cruciale per capire il suo percorso, Luce Irigaray interroga l’opera dei presocratici che sta alla radice della nostra cultura. Ricordandoci la storia di Ulisse e Antigone, dimostra come, fin dall’inizio, la tradizione occidentale rappresenti un esilio per l’umanità.

  • Una nuova cultura dell’energia, Bollati Boringhieri, Torino 2011.

In seguito a un incidente Luce Irigaray inizia, senza troppa convinzione, a praticare lo yoga. Sarà una scoperta e una rivelazione che modificherà profondamente la sua percezione del mondo. D’ora in avanti accoglierà e farà vivere quotidianamente il precetto fondamentale della cultura dello yoga: non nuocere, né agli altri né a se stessi.

  • Il mistero di Maria, Paoline editoriale, Milano 2010.

Il centro significante del breve scritto è l’umanità piena di Maria, o meglio, la sua femminilità totale e accolta, il suo essere donna e quindi custode del soffio generativo, del legame profondo tra essere umano e natura che il peccato originale ha spezzato.

  • Condividere il mondo, Bollati Boringhieri, Torino 2008.

In questo libro l’autrice spiega come, prima di cercare la trascendenza in qualche ideale soprasensibile, che non corrisponde alla nostra totale e universale umanità, sia necessario rispettare la trascendenza dell’altro, qui e vicino a noi, cioè la sua irriducibile alterità.

  • La via dell’amore, Bollati Boringhieri, Torino 2008.

A ispirare l’opera di Luce Irigaray è la ricerca di un futuro più giusto e felice per l’umanità. Lo intravede nella scoperta, teorica e pratica, di una relazione con l’altro nutrita di rispetto reciproco per le differenze, di un rapporto a due che conduce a una globalizzazione possibile e non distruttiva della soggettività individuale e delle culture.

  • Oltre i propri confini, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2007.

Se la storia ha progressivamente annientato la soggettività femminile definendo le donne come madri di figli e spose di uomini, l’autrice avanza l’urgenza di restituire alla donna la propria identità

  • In tutto il mondo siamo sempre in due. Chiavi per una convivenza universale, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2006.

Dalla filosofia all’arte, dalla politica alla spiritualità, l’autrice offre una riflessione che affronta le questioni più minute del vivere quotidiano e insieme le grandi questioni della vita contemporanea. L’autrice mette a disposizione dei lettori le “chiavi” per pensare in maniera non banale e non ovvia i maggiori problemi di oggi.

  • Preghiere Quotidiane, Heimat edizioni, Salerno 2006.
  • Il respiro delle donne. Credo al femminile, Il Saggiatore, Milano 1997.

Le donne hanno sempre avuto un rapporto privilegiato con il divino. Il patriarcato le ha spesso sottratte al loro soffio, alla loro anima, imponendo loro una religione più rituale, più magica, più speculativa della loro, che è essenzialmente mistica.

  • Tra Oriente e Occidente. Dalla singolarità alla comunità, Manifestolibri, Roma 1997.

L’esperienza dello yoga e una pratica conscia del respiro possono introdurci a una maniera diversa di vivere la sessualità e la relazione d’amore, di stare con sé e con gli altri. Sarà possibile allora creare ponti tra le arcaiche tradizioni aborigene femminili del mondo asiatico e le nostre società patriarcali, così da cambiare i rapporti tra nucleo familiare e ordine statale?

  • La democrazia comincia a due, Bollati Boringhieri, Torino 1994.

“Per dare un futuro alla democrazia, si deve rifondarla fino in fondo e, per prima cosa, nella relazione fra l’uomo e la donna dove l’identità naturale non ha ancora raggiunto uno status civileTale via è d’altronde indispensabile per permettere all’Europa di diventare un’Unione fra cittadini e cittadine e non un gran mercato dove ciascuno(a) gioca alla competizione con ciascuno(a).

  • Essere due, Bollati Boringhieri, Torino 1994.

In questo volume Luce Irigaray dialoga con Sartre, Merleau-Ponty, Lévinas, e inoltre con Hegel e Heidegger, nell’intento di far emergere nella storia della filosofia occidentale una dialettica dell’intersoggettività fondata sulla differenza sessuale. L’autrice affronta il tema della relazione tra l’uomo e la donna al livello delle percezioni sensoriali e del rapporto con la natura: il corpo e il cosmo.

  • Amo a te. Verso una felicità nella storia, Bollati Boringhieri, Torino, 1993.

Questo libro parla d’amore, amore delle donne per gli uomini e degli uomini per le donne, un amore che le donne di oggi sono invitate a rienventare: non più rivendicazioni di uguaglianza e non più separatezza, dunque, ma l’apertura a un rapporto che elimini ogni sfumatura di possesso.

  • Io tu noi. Per una cultura della differenza, Bollati Boringhieri, Torino 1992.

Non è possibile un “noi” senza he vi sia un’irriducibile differenza tra “io” e “tu”. Il luogo più intimo e universale, quotidiano e divino di questo “noi” è tra la donna e l’uomo.

  • Parlare non è mai neutro, Editori Riuniti, Roma 1991.

La differenza sessuale ha bisogno di un linguaggio che la determini, attraverso il quale se ne possa parlare, discutere e anche distruggere se è il caso. Le donne hanno bisogno di parole, di un simbolico conforme all’esperienza femminile. Una donna deve poter parlare di sé senza passare necessariamente attraverso l’immaginario maschile.

  • Il tempo della differenza. Diritti e doveri civili per i due sessi. Per una rivoluzione pacifica, Editori Riuniti, Roma 1989.

Occorre stabilire nuove basi giuridiche, linguistiche, psicologiche, ecologiche, che superino il limite dei concetti di universale e neutro nelle scienze e nei saperi. Per questo è necessario il recupero delle genealogie femminili.

  • Sessi e genealogie, La Tartaruga, Milano 1987.

Il libro raccoglie undici conferenze che l’autrice tenne a Montreal (Canada) e in diverse città europee e italiane tra il 1980 e il 1986. Tratta il tema di un’etica possibile fra i sessi secondo la duplice dimensione dei generi e delle genealogie, senza la quale una relazione culturale e sociale fra i sessi non è possibile.

  • Etica della differenza sessuale, Feltrinelli, Milano 1984.
  • L’oblio dell’aria in Martin Heidegger, Bollati Boringhieri, Torino 1983.

“Martin Heidegger ha lasciato la terra il 26 maggio 1976. Alcuni giorni dopo la sua morte, ho incominciato a scrivere L’oblio dell’aria. Volevo, dovevo rendere omaggio al filosofo per la luce che mi ha trasmesso senza nessun obbligo, tranne quello del pensare.”

  • Passioni elementari, Feltrinelli, Milano 1983.
  • Amante marina di Friedrich Nietzsche, Luca Sossella editore, Roma 1980.
  • Questo sesso che non è un sesso, Feltrinelli, Milano 1977.
  • Speculum. L’altra donna, Feltrinelli, Milano 1975.

Un classico del pensiero femminista, in cui della donna e della sua sessualità si parla senza definirla, senza concluderla, contro tutte le pratiche e le ideologie che dagli inizi del pensiero occidentale hanno ridotto il suo corpo al silenzio, all’uniformità, alla soggezione.


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Scheda a cura di Anna Munaretto

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