Corporeità dissidenti

a cura di Marian Spaccaforno

 

Le opere qui presentate mostrano come alcuni dei più recenti approcci transfemministi si pongono rispetto alla costruzione/segmentazione del corpo operato dal sistema cis ed etero normativo, al fine di problematizzare le questioni connesse non soltanto alla costruzione normativa del genere ma anche alla costruzione culturale e normativa del sesso. A partire da questi autoru, e dall’analisi di alcune delle loro opere principali, è possibile compiere una analisi di quelle precise tecniche corporali, di addomesticamento, taglio e assemblaggio, utilizzate dal sistema normativo straight.

 

Paul B. Preciado(2015), Testo Tossico. Sesso, Droghe e biopolitiche nell’era farmaco pornografica, Fandango, Roma

Il saggio corporeo dell’autore è elemento imprescindibile per l’analisi di un particolare forma di governo dell’esistente, all’interno di una forma di regime politico definito come regime farmacopornografico. La verità del sesso non è tanto nel disvelamento,è piuttosto sex design e il business farmaco pornografico è l’invenzione del soggetto. All’interno di questa analisi, mascolinità e femminilità, depressione e schizofrenia sono fiction mediche definite in maniera retroattiva, in relazione alla molecola con la quale vengono trattate.

 

Cossutta, Greco, Mainardi, Voli (2018), Smagliature digitali. Corpi, generi e tecnologie, Agenzia X, Milano

Gli autori intendono mostrare come il corpo, in quanto spazio, possa divenire luogo di una serie di strategie di resistenza e di rottura delle norme che regolano gli spazi pubblici. Il corpo in questa prospettiva diviene strumento di trasgressione delle norme sociali. Il corpo come luogo biopolitico per eccellenza è spazio che definisce altri spazi e che nell’attraversamento di questi ultimi agisce un possibile cambiamento. All’interno del saggio i margini e i confini vengono indagati in vari aspetti, nel rapporto tra corpie e tecnologie, corpi e spazi urbani, e Stati.

 

Haraway D. J (2018), Manifesto cyborg. Donne, tecnologie e biopolitiche del corpo, Feltrinelli, Milano

Il saggio sottolinea quanto l’atto del nominare di per sé esclude. Le identità nella ricerca dell’autrice appaiono contraddittorie, parziali. Genere, razza e classe non possono essere posti alla base di una fede in una unità “essenziale”. L’invito principale che segue tutto il percorso narrativo si esplica nel sostenere la tesi secondo cui  è necessario creare coalizioni basate sulle affinità e non sull’identità. Spunti interessanti di riflessione sono quelli relativi all’analisi dell’oggetto o della persona nei termini di uno smontaggio e riassemblaggio, perché nessuna architettura naturale vincola la progettazione dei sistemi.

Redazione

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