Mea Refugia. Quando l’ordine è alfabetico

Mea Refugia. Quando l’ordine è alfabetico

di Luana Vacchi

Come accogliere la sollecitazione fornita per concludere la ricca esperienza della Summer school  Narrazioni 2020? Dalla nostalgia del luogo che più mi è mancato durante il lockdown: l’esterno,  il giardino, il verde, l’aria aperta? Accantono i luoghi che mi hanno accolto e sostenuto? Questi  luoghi sono letterari, fisici e astratti al tempo stesso, che si sono arricchiti nel corso dei mesi. Mi  offrono humus, come è sempre stato. Ci sono poi le presenze, che si sono intromesse. Studio i  collegamenti. Assemblo una creatura, senza orrore, sempre più umana. Nel mezzo  dell’esperimento di una narrazione nuova, mi sono imbattuta in un lessico della crisi. La parola  lessico è tra le preferite ed è scattato il click che dà vita a questa tessitura-creatura alfabetica.  

Althenopis 
Ramondino costruisce un neologismo per raccontare la sua città. L’autrice messa da parte merita  conoscenza. Ricerco tutto, senza stanchezza. Totalità vs dimenticanza. Sento la necessità di  nominare, di ascoltarmi pronunciare un suono nuovo, di ripartire da zero.  

Bozzolo 
Il mio bozzolo è stretto, mi chiamano i colori, e sto cercando l’aria. (E. Dickinson).  I bozzoli domestici sono state per giorni incubatrici. Luoghi di protezione o repulsione?  

Corpi  
L’emergenza sanitaria spoglia i corpi, ne rivela le fragilità. Il corpo delle donne acquisisce  visibilità per la resilienza. La mia concezione del pericolo è sempre stata equivoca, sprezzante.  Con uno slancio da contorsionista, riconosco nel mio corpo il veicolo immune di contagio e  attrazione. Dalla mia carne affamata / dalla mia bocca esperta / esce la forma che sto cercando /  a ragione (A. Lorde).  

Distanza 
La distanza salvifica per i corpi assume un altro significato nell’acronimo che calendarizza la  didattica a distanza. L’occasione arricchisce conoscenze, abilità di studenti e docenti. Decido di  concentrarmi su chi si impegna a superare proficuamente il periodo anomalo. Vivo il presente  cyborg, già preconizzato in manifesti e testi. La rivoluzione può essere totale e politica, invece, si  irrigidisce nel ricondurre l’accelerazione del cambiamento ad una forzata normalità. Le  contraddizioni gravano deformate sul mondo scuola, anche quando la didattica da distanza sta  per divenire integrata.  

Epica 
La metafora bellica accompagna la narrazione del virus sui media. Nel bisogno di pace infuria la  tempesta mediatica condita di similitudini aggressive, che precedono il riverbero di violenza sui  corpi delle donne o sulle strade trafficate d’America. Ancora una volta dalla pagina scritta trovo  la smarginatura dell’epos, attraverso le maestose figure femminili, la sfuggente identificazione  delle divinità ispiratrici, le mirabili metafomorfosi dei corpi nei secoli  

Filo 
Nelle posizioni che riconducono al filo a piombo, l’aplomb, trovo il rifugia per dimensionare  l’equilibrio. La contorsione dell’immobilità ha pesato sulla schiena. Imparo a muovermi,  sfruttando le controspinte della gravità. Il filo poi cuce, si contorce, costruisce giochi e figure,  come Haraway, insegna, soprattuto filo è amore. 

Ginestra 
Ristudiare Leopardi per spiegarlo alla classe fa trovare parole e versi che vorresti si fossero  realizzate: catena umana. La possibilità di salvezza, quasi di resistenza, si appiglia al valore della  solidarietà. 

Joker 
Il penultimo film visto in una sala cinematografica ha toccato quelle corde che metterei sempre a  tacere Il film tratta di diversità, di maternità, di malattia, di sofferenza e orrore. Qui mi concentro  sulla maschera, che dopo pochi mesi in Italia, avremmo proprio dovuto indossare nel suo  diminutivo più clinico: la mascherina che attutisce il respiro, copre il sorriso, deforma e trasforma  la reazione.  

Hashtag 
# è il cancelletto, il punto croce, la cicatrice. È la creatura inseguita e inseguente, è il mostro  legame e separazione.  

Internet 
La cascata di informazioni, alla quale abbeverarsi, usando con perizia il rubinetto, diventa la  porta della conoscenza, la chiave di lettura, la scala melodica sulla quale salire sempre più in alto  o attraverso la quale scendere nel sottosuolo.  

Karenina 
Non sappiamo dove finisce lei e cominciamo noi, l’occlusiva velare sorda è la K di Kin, parentela,  legame, di kind, di her kind, Io sono stata come lei, Her Kind (A. Sexton).  

Letteratura 
L come lettere, come libro, come leccarsi le dita dopo un’abbuffata nel leggere. È l’incantesimo  cvaetiano, il paradiso woolfiano, la torre d’avorio, la monade danzante. È il refugia proprio della  filologa, che scava, che intreccia e che non ne esce se non per abbeverarsi di aria e natura.  

Monitor vs Mondeggiare 
La bidimensionalità del monitor mi è venuta a noia. Soffro le inquadrature di volti in monitor più  o meno grandi, ascolto con una crescente insofferenza le voci filtrate dai microfoni. Il tutto nei  mesi mi ha richiesto un esagerato tasso di attenzione che mi svuota. Ho bisogno di pause per  pacificarmi con lo studio e il lavoro attraverso i monitor. Nell’intervallo ho scoperto il concetto  fluido di mondeggiare tra arte e scienza.  

Nemesi
La giustizia fa tacere il tracotante, lima la dismisura, riporta l’equilibrio. Non c’è nemesi senza  sacrificio e pena per una nuova fioritura. Perché le cose vanno così? Perché la Storia sembra  avere fauci inevitabili? Come viviamo e come dovremmo vivere? Dostoevsky, Fratelli Karamazov 

Ore ovvero Orlando 
Facile avere il tempo scandito in ore, più difficile è venire a patti con ore lunghe, studiate di  didattica a distanza, di studio, di ripensamento e ristrutturazione. Virginia Woolf attraversa le  ore. Il suo Orlando – magniloquente omaggio al Rinascimento italiano – è una lettera d’amore  lunga secoli, fantastica, transtemporale, transgenere, transeccezionale. Lui – non v’era dubbio  sul suo sesso, anche se un po’ dissimulato dalla moda dell’epoca – era intento a vibrare fendenti  contro la testa di Moro che dondolava dal soffitto. (Orlando, Virginia Woolf)  

Playlist
Brave le amiche che hanno condiviso elenchi di brani musicali, l’ascolto ha rimpito il bozzolo.  Scalando gusti e preferenze, trovo le note che più mi risuonano. Al cuore fa bene far le scale, al  cuore. Il testo a sopresa scritto da una autrice amatissima è stato al vertice della mia playlist del  lockdown. Ineluttabile.  

Quarantena 
All’origine del lemma c’è Venezia, l’altra mia città, la prima nei secoli ad emanare provvedimenti,  per arginare contagi. Conta il lemma, non la data.  

Refugia 
La seconda narratrice dà voce alla prima. Anna Tsing ci impegnerà all’infinito.  

Sorellanza
Ciclicamente una forma polverosa di patriarcato testa le capacità delle donne di essere unite e  resistenti. Compatte. Una specie di ingegneria dei materiali sui nostri corpi e la nostra politica.  Ma la compattezza non è del femminismo, per questo forse siamo l’unica rivoluzione  permanente della società: siamo una materia viva che si disgrega, che vive nel tempo, che si  scompone e si decompone. (V. Lo Moro)  

Torre totem e tabù 
Mi lascerò atterrire dal cappuccio del cobra/della solitudine del suo occhio, l’occhio delle  montagne/attraverso cui sfila eternamente il cielo?/il mondo è caldo come il sangue e  personale/dice l’alba, con la sua vampa sanguigna./Non esiste stazione finale, solo valigie/alle  quali esce e si dispiega lo stesso io come un vestito/liso e lustro, con le tasche piene di desideri,/ opinioni e biglietti, cortocircuiti e specchietti pieghevoli. (S. Plath, Totem, versi scelti)  

Ursula e le altre 
Vivere in tempi di fantascienza fa ritrovare il motto la fantascienza è femmina, anzi femminista.  Mi immergo nella comunità fondata dalla progenitrice Odo, che ha impegnato Ursula K. Le Guin,  svuoltandola, esiliandola fino a quando per noi lettrici impavide che saltelliamo tra i generi, ha  costruito patrie anarchiche, pacifiste, solidali.  

Verde 
Il colore guida della narrazione è la nostalgia provata per lo spazio aperto. Mi disseto di natura  da quando le porte si sono aperte.Dei colori, si dà per scontata la loro presenza. In natura, li  assaporiamo senza guardarli. Onirica, nella sua intensità Frida Khalo in una pagina declinata dai  colori della sua tavolozza, annota: VERDE. Luce buona e tiepida BLU COBALTO. Elettricità,  purezza d’amore NERO. Nulla è nero. Proprio nulla.  

With or without you 
Questa e la voce del noi due, legati dal refrain Non posso vivere con o senza di te (Ovidio,  Amores III, xi, 39) Questa è la voce più intima, della scelta di condividere in due lo spazio, il  refugia. Prima senza poi con te, che hai mosso le carte e le hai giocato. Abbiamo valicato i  confini e abitato insieme, in una ritrovata armonia, generosa per entrambi. È lui il luogo del mio  riposo (J. Winterson) 

Xenia 
L’ibridazione di una specie vegetale si manifesta nell’albume o nei semi della pianta madre.  Definizione botanica vicina al con-divenire, al divenire con allo stadio embrionale. La stessa  lettera X indica un ibrido, un incrocio, un numero, un simbolo sacro. È anche la raccolta di poesie sull’amore coniugale. In questi versi si apre al presente Tu sola sapevi che il moto / non è diverso  dalla stasi, / che il vuoto è il pieno e il sereno / è la più diffusa delle nubi. (E. Montale, Xenia)  

Yijing 
Ovvero consulto l’opera omnia di Amelia Rosselli, come lei leggeva il libro dei Ching, da rifugiata  e straniera, alla ricerca di una grammatica sciamana.  

Zaino 
Pieno di tasche, di chiusure lampo, è il simbolo ergonomico del viaggio, della partenza libera,  del mondo portato sulle spalle. La dimensione del viaggio è una di quelle rinviate. Lo zaino  nell’angolo pronto a riempirsi è quello di lavoro, portacomputer, portalibri. Ancora una volta fa  portare un mondo sulle spalle. Era piccolo lo zaino di Alexandra David Néel quando da parigina  raggiunse Lhasa, pioniera tra le pioniere: Era una di quelle mattine in cui la natura ammalia con la  sua magia ingannevole e ci si profonda nella beatitudine delle sensazioni, nella gioia di vivere. 

Elenco bibliografico (oltre alle relatrici di Narrazioni 2020 e alle loro suggestioni)  

Margaret Atwood, Elsa Morante, Emma Dante, Fabrizia Ramondino, Emily Dickinson, Anne  Sexton, Mary Shelley, Caroline Criado Perez, Audre Lorde, Todd Phillis, Francesca Proia, Marina  Cvetaeva, Giacomo Leopardi, Lev Tolstòj, Donna Haraway, Fedor Dostoevskij, Michael  Cunningham, Virginia Woolf, Diana Tejera, Patrizia Cavalli, Heidi Julavits, Viola Lo Moro, Sylvia  Plath, Ursula K. Le Guin, Eugenio Montale, Ovidio, Jeanette Winterson Frida Khalo, Amelia  Rosselli, Alexandra David Néel.