Un Powerpoint teatrale de “I Talenti delle donne”

A cura di Milva Pistoni

Per presentare l’ultimo libro di Anna Simone abbiamo realizzato un powerpoint teatrale con cui dare risalto ai concetti chiave attraverso delle slide viventi, utili per stimolare un ragionamento collettivo sulle questioni fondamentali poste dall’autrice.

Ne pubblichiamo qui il testo. Si tratta di un canovaccio in cui una parte (in grassetto) rappresenta dati, informazioni e citazioni letti dalla narratrice, e il resto del testo è una traccia usata per il parlato. Solo la narratrice ha voce. Le attrici e l’attore interpretano liberamente le slide, mentre la scena finale è costruita con l’intento di favorirne la trasformazione ad opera del pubblico di spettAttori, cui chiediamo di intervenire sull’immagine di potere che rappresentiamo per provare a immaginare, vedere/prevedere, cosa significa “fare la differenza”.

Siamo una compagnia di Teatro dell’Oppresso e da alcuni anni (tra le altre cose) affrontiamo anche i temi del cosiddetto “gender gap” …. o meglio l’oppressione patriarcale che ci schiaccia tutte/i donne e uomini. Usiamo varie tecniche teatrali e le portiamo ovunque – scuole, piazze, carceri, metropolitana… a volte anche teatri. Abbiamo realizzato una serie di spettacoli di teatro forum (in cui il pubblico interviene nella scena per cambiarla) che affrontano da varie angolazioni il tema del controllo sul corpo femminile, quello della costruzione dell’identità maschile e degli stereotipi di genere inculcati ai bambini. Usiamo il teatro immagine, le assemblee teatrali, il teatro invisibile e il teatro legislativo (attraverso lo spettacolo “Una scuola neutra” promuoviamo l’elaborazione di una legge che renda curricolare l’educazione sessuale nelle scuole). La tecnica del Powerpoint animato l’avevamo già sperimentata con successo per diffondere i dati del rapporto presentato alle Nazioni Unite dalla Piattaforma “30 anni Cedaw: lavori in corsa” e continuiamo a metterla a punto. L’intento è dare corpo a concetti, e informazioni, che ci appaiono distanti, astratti e che invece informano già le nostre azioni e condizionano la nostra vita, anche se non ce ne rendiamo conto. L’obiettivo è informare, se occorre, ma soprattutto stimolare il dibattito (seguendo le domande poste dal libro) e immaginare insieme delle trasformazioni. E’ qualcosa di più della illustrazione e divulgazione di contenuti, si tratta di entrare nel disegno tracciato dalle parole scritte e renderlo visibile e tangibile con il corpo e il movimento. Partire da un libro scritto con intelligenza aiuta moltissimo. Nel caso del libro di Anna Simone costruire slide animate è stato un piacere e un onore. La compagnia si chiama PartecipArte.

 

Presentazione con ppt animato de “I TALENTI DELLE DONNE” L’intelligenza femminile al lavoro di Anna Simone (ed. Einaudi)

(oggetto di scena: una torcia elettrica che la narratrice usa per evidenziare le slide e che diventerà simbolo del potere conteso)

 

Il libro è un percorso…. un tracciato che nasce dal desiderio dell’autrice di intersecare più voci di donne piene di talento e di passione ……….e dalla necessità di raccontare il passaggio di fase sociale e cioè questo momento in cui le donne sono situate tra  un “non più “ e un “non ancora”….

 

SLIDE 1: -2 donne

La strada si intravede qua e là.  E’ una strada difficile, impervia, persino poco comprensibile, eppure semplicissima. Porsi in ascolto dei talenti femminili… che ci mostrano a che punto stiamo.

Da dove siamo partite:  Il “non più”

Solo nel 1919 viene abolita l’autorizzazione maritale

nel 1945 le donne ottengono  il diritto di voto

nel 1968 viene abrogato il reato di adulterio femminile

e soltanto nel 1996 la legge sulla violenza sessuale considererà questo delitto non più come ‘reato contro la morale’  ma reato contro la persona

in mezzo:

la legge sul divorzio del 1970 (poi sancita dal referendum del 1974), nel ’78 la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza e nel ’92 un primo provvedimento volto a sostenere l’imprenditoria femminile (la legge 215)”

 

SLIDE 2: – 3 donne

Dove stiamo andando?: il “non ancora”:           

Confrontiamo i report del Global gender gap   2010 e 2012, l’Italia

era al 74° posto per disparità uomo/donna, e ora è all’80°

era 94°per partecipazione e opportunità nell’economia e ora è 101°

era 49° per l’educazione e istruzione e ora è 65°

54° per presenza in politica e ora è 71°

 

ma di cosa si parla in realtà quando si parla di donne nello spazio pubblico?………

 

SLIDE 3: -3 donne  

il fattore D:

Se ne parla moltissimo, ma che cosa si valorizza delle donne?  Che cos’è questo fattore D? secondo me il centro è lì. Quello che viene valorizzato è il corpo erotico, la seduzione, oppure il materno, cioè un solo tratto del femminile che l’uomo ha attribuito alle donne. Forse le donne attraverso la maternità e la seduzione una qualche forma di risarcimento se la sono presa

 

SLIDE 4: -3 donne 1 uomo

Che cos’è la “rivoluzione womenomics”?

La womenomics ci dice che i generi sono due e hanno attitudini differenti e valorizza le attitudini del femminile e cioè:

– empatia – relazionalità – affettività+cura – e predisposizione a costruire networking –

è così che la messa a profitto del  femminile fa alzare il pil nazionale… le caratteristiche femminili  sono essenziali per la crescita economica…

Ma….. queste sono le attitudini attribuite alle buone madri di famiglia … gli stereotipi del femminile usati un tempo per escludere le donne dallo spazio pubblico ora sono usati per includerle, non più incatenate al focolare domestico ma incatenate all’azienda e al profitto

 

SLIDE 5: – 2 donne 1 uomo

la femminilizzazione del lavoro 

“che cos’è la femminilizzazione della società?

Si parla di due tendenze: una è quantitativa:

negli ultimi decenni la percentuale di donne nel mondo del lavoro e della politica è cresciuta lentamente ma progressivamente

permane una piccola differenza… quella salariale, una quisquilia… le donne guadagnano il 22,8% in meno dei maschi a parità di mansione

ma seppur con estrema lentezza le cose stanno cambiando

e sul versante qualitativo?

la donna si è evoluta, ha studiato, si è inserita nel mondo del lavoro e cosa ha trovato? Un mondo del lavoro che la vede con diffidenza, perché la maternità è un costo e un onere e quindi è penalizzata, ha un soffitto di vetro sopra di sé, e finchè fa figli sfondare il soffitto è impossibile

 

ma si parla di femminilizzazione anche per indicare il modo in cui è cambiato l’intero sistema del lavoro: un tempo le donne volevano il part time e i contratti a temine per accudire i figli e la famiglia……… oggi è il sistema di lavoro instabile e precario a essere diventato a misura di donna

 

SLIDE 6: -3 donne

Intanto le donne si chiedono: autoderminazione, quote o welfare?

Mentre pensiamo alle 50 sfumature di quote vediamo che

il dibattito sull’ inclusione femminile, nel lavoro e in politica, ha cominciato a ruotare attorno al perno della meritocrazia.

Che cos’è, come funziona la meritocrazia? E’ una procedura di selezione oggettiva in base al “merito” ma “l’ideologia meritocratica” non guarda alle condizioni di possibilità per tutte di accesso alla scuola, all’università, al lavoro, ai diritti …Cavalca, invece, le asimmetrie di base di accesso alle risorse, e ci rimanda a una darwiniana competitività individuale sul mercato del lavoro.

 

SLIDE: FINALE: 3 donne 1 uomo

A parole le donne gestirebbero meglio i beni comuni, studiano di più, ne sanno di più, migliorano i profitti aziendali… eppure per esserci devono:

ricorrere al modello competitivo della meritocrazia (entra 1)

oppure all’inclusione attraverso le quote (entra 2)

oppure alla fatica del doppio lavoro dentro e fuori casa (entra 3)

senza diritti e servizi adeguati a causa dei tagli al welfare

 

Ma ne vale la pena se le decisioni e l’organizzazione del lavoro sociale – in una parola il potere – restano esclusivamente in mano maschile?(entra l’uomo) PRENDE LA TORCIA – FORMANO UNA STATUA GERARCHICA

Il quadro sociale che emerge è piuttosto chiaro: le donne hanno fatto grandi passi in avanti, gli uomini e la società fanno fatica a recepirlo….

Resta però una domanda: di cosa parliamo quando parliamo di potere? Il potere è solo la gestione gerarchica del comando?

UNA DONNA STRAPPA LA TORCIA ALL’UOMO E NE PRENDE IL POSTO

 

le voci femminili qui riportate dicono che se non cambiamo le modalità di organizzazione della società, a partire da chi siamo, da come stiamo diventando e da cosa vorremmo per il futuro, si fa solo un lavoro di superficie.  Si è la differenza ma non si fa la differenza

 

 …….INVITO A CAMBIARE L’IMMAGINE (FORUM)

LA DOMANDA DI PARTENZA: SI PUO’ “FARE LA DIFFERENZA”?

Redazione

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