Amina Wadud

Teologa e attivista afroamericana del movimento Sisters in Islam, docente di studi islamici alla Virginia Commonwealth University fino al 2007, è attualmente membro del Center for Islam and Pluralism a Jakarta e dal 2009 collabora al progetto MUSAWAH, che prevede la formazione di un gruppo di ricerca della durata di tre anni composto da donne provenienti da diversi paesi musulmani per l’elaborazione di un progetto comune orientato alla riforma dei diritti di famiglia basata sul concetto di equità (www.musawah.org).
Amina Wadud dal 1986 studia il ruolo della donna nel Corano, tematica centrale del suo primo libro, Qur’an and Woman: Re-reading the Sacred Text from a Woman’s Perspective, nel quale rivendica la necessità di una rilettura “Gender-inclusive”, che, inserendo il punto di vista di genere nella storia e nel pensiero islamico, consenta di leggere il Corano nella sua unità e completezza.
L’ermeneutica del tawhid (“unità”) fa riemergere con forza il progetto morale originario del messaggio coranico: la giustizia sociale.
Ed è proprio la ricerca di equità e giustizia la ragione che ha spinto l’autrice nel 1972 a convertirsi all’islam, seguendo l’esempio di molti appartenenti alla comunità nera degli Stati Uniti che in quegli anni vedevano in questa religione un alleato nelle battaglie per i loro diritti.
Essere credente per Wadud significa comprendere il messaggio divino e metterlo in pratica: in Inside the gender Jihad. Women’s Reform in Islam (2006), suo secondo volume, il termine Jihad è inteso come quello sforzo interiore necessario per realizzare un sistema sociale giusto, ma anche come la battaglia che bisogna combattere contro il patriarcato che ha sancito l’esclusione del soggetto femminile e ostacolato il pieno sviluppo dell’intera comunità.
Lo studio dei testi sacri ha condotto Amina Wadud ad occuparsi direttamente delle pratiche sociali e della riforma delle istituzioni musulmane: seppur dopo aver subito minacce e pesanti attestati di disapprovazione, nel 1999 a Città del Capo e il 18 Marzo del 2005  nella cornice della chiesa di St. John the Divine a New York ha assunto il ruolo di imam di fronte a 120 fedeli, divenendo la prima donna a condurre la preghiera del venerdì.
Redazione

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