Luisa Muraro

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Incontra il femminismo dopo la collaborazione con Elvio Fachinelli in un progetto di scuola antiautoritaria, da cui nasce la rivista Erba voglio. Nel 1975 è tra le fondatrici della Libreria delle donne di Milano e della rivista di pratica politica Via Dogana. Nel 1984 fonda insieme ad altre la comunità filosofica di Diotima di Verona, città nella cui università ha insegnato filosofia teoretica dal 1976 al 2006. Collabora con il Centro di ricerca delle donne dell’Università di Barcellona Duoda e con la rivista Giudizio Universale. Il suo approccio – nella politica come nell’elaborazione teorica – è sempre volto alla questione della libertà femminile e ad una sua elaborazione nei termini della differenza sessuale. Tra i suoi temi privilegiati, la ricostruzione di figure femminili della mistica cristiana, nella prospettiva della rilevanza del pensiero mistico per la filosofia contemporanea.

Bibliografia minima*

*La bibliografia completa (1963-2021) degli scritti di Luisa Muraro, a cura di Clara Jourdan, si può richiedere a info@libreriadelledonne.it. Verrà inviata gratuitamente in un documento pdf. 

Le amiche di Dio. Scritti di mistica femminile, D’Auria, Napoli 2001. Seconda edizione Le amiche di Dio. Margherita e le altre, Orthotes, Napoli 2014

I testi della mistica possono essere letti e studiati da più punti di vista ma non c’è comprensione adeguata della mistica femminile se non si prende in considerazione quello che le donne, identificate con il nome di «amiche di Dio», sono riuscite a fare a partire dalla relazione con il divino in modo da realizzare la loro personale risorsa di libertà. La mistica conserva la peculiarità di scienza divina ma il suo percorso prende impulso dalle necessità di un’avventura amorosa in relazione con un altro da sé. È in questi termini che vanno interpretati gli scritti delle mistiche, come una filosofia pratica dell’amore libero e intelligente?

Autorità, Rosemberg & Sellier, Torino 2013

Si tratta di uno fra i temi più controversi dei tempi moderni, oggi che il principio d’autorità è stato minato dalle verità scientifiche e dalla valorizzazione delle competenze. Intorno all’autorità ruotano timori e malintesi, ma anche appelli e nostalgie. Secondo l’autrice si tratta di conseguenza della tenace confusione esistente tra autorità e potere, che è necessario superare per trovare una chiave di lettura più autentica. La ricerca avviene attraverso la lingua, l’arte, la scienza, le istituzioni, i costumi e i legami familiari, a partire dal sapere del movimento femminista italiano.

Il lavoro della creatura piccola. Continuare l’opera della madre, Mimesis, Milano 2013

Un dialogo denso e serrato con Luisa Muraro sui temi più profondi della maternità. Questo libro nasce in viva voce dal confronto tra una figura di riferimento per il pensiero femminile e le educatrici di nidi famiglia. Tra pratica, teoria e poesia del materno si snodano gli interrogativi più inquieti del mestiere di mamma. Un lavoro difficile che corrisponde con la vita. Un lavoro enorme, ma che si fa in due: genitore e figlio. Per diventare madri ci vuole un lavoro simbolico. «Il grosso di questo lavoro simbolico, che è un lavoro creativo, lo fa la creatura piccola, lo fa il bambino, la bambina. La donna che diventa madre lo diventa in rispondenza a qualcosa che fa la creatura già nel ventre materno con la sua semplice presenza. La donna che diventa madre lo diventa per questa potente domanda della sua creatura».

Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli, con F. Cardini, Lindau, Torino 2012

Nessuna strategia politica, nessuna battaglia sociale è riuscita finora a realizzare la giustizia su questa terra. Ovunque nel mondo uomini e donne patiscono l’iniquità e vengono perseguitati se lottano contro di essa. Della giustizia, nella sua dimensione alta, non nell’accezione banalizzante di «legalità» oggi di moda, si occupano lo storico Franco Cardini e la filosofa Luisa Muraro in questo volume dedicato all’ottava Beatitudine. Cardini ne considera soprattutto le varie declinazioni valoriali espresse nella tradizione biblica e cristiana dell’Antico e del Nuovo Testamento, e nel pensiero occidentale non solo cristiano (da Aristotele a sant’Agostino), nonché il suo tormentato percorso storico; Luisa Muraro ne prende in esame, in particolare, i riflessi, per così dire «intimi», nelle scelte esistenziali delle persone. Il discorso sviluppato dai due studiosi, al tempo stesso teologico, filosofico e storico-sociale, mette in evidenza il carattere rivoluzionario del tipo di giustizia predicato da Gesù, per il quale i «giusti» non sono quelli che si limitano a osservare esteriormente la legge, ma quanti dimostrano il loro amore per Dio attraverso quello nei confronti del loro prossimo. Per questo sono perseguitati. Profonda meditazione a due voci, questo libro è anche un invito alla speranza.

Dio è violent, Nottetempo, Roma 2012

«Un’analisi sull’uso della violenza in una società in cui è venuta meno la narrazione salvifica del contratto sociale. E un invito a finirla con la politica inefficace davanti ai problemi e impotente davanti ai prepotenti. Ci accusano di antipolitica: nossignori. La libera disponibilità di tutta la propria forza è il principio di un sapere necessario a vivere e ad agire oggi in vista di domani. Andare fino in fondo alla propria forza di resistenza e di opposizione, fa bene alle persone e all’umanità. Un pamphlet incendiario sul perché e sul come si può combattere senza odiare, disfare senza distruggere, lottare senza farsi distruggere».

Seconda edizione Il dio delle donne, Il Margine, Trento 2012

Otto anni dopo la prima pubblicazione, ritorna – con un’appassionata prefazione di Grazia Villa, presidente della Rosa bianca – un testo fondamentale del femminismo filosofico e teologico. Un libro che «scandalizza» i custodi dei sacri poteri maschili attraverso la radicale differenza di genere e di sguardo delle donne che pensano e amano Dio. Forse solo le mistiche sanno vibrare del vento rivoluzionario del Dio che ama gli uomini e le donne. Un testo che disfa ad ogni rilettura tutte le immagini di Dio, anzi dello «Sgrammaticato» come lo definisce Muraro, senza mai distruggerne il Volto Santo, l’Assoluto, l’Immanente, proprio perché il Dio delle donne, è Colui/Colei che è raccontato in lingua materna, è l’indicibile delle mistiche, è il non pensato della teologia favolosa delle donne, quella teologia fondata proprio sulla loro relazione unica, libera e personale con il loro Dio. Da Margherita Porete a Simone Weil, da Angela da Foligno a Etty Hillesum, da Giuliana di Norwich a Cristina Campo. Il Dio di queste donne era un Dio che conoscevano con l’esperienza diretta dell’incontro, ma anche attraverso l’accesso libero alla Scrittura Sacra (almeno finché la gerarchia ecclesiastica non intervenne a proibire questa «scuola divina» non autorizzata). Con sferzante ironia l’autrice commenta: «Ben prima della borghesia progressista fu Dio, dunque, che s’incaricò di alfabetizzare le donne, o almeno le sue amiche preferite!».

Non è da tutti. L’indicibile fortuna di nascere donna, Carocci, Roma 2011

«Peggio di voi non potremmo fare», fu la replica sferzante di Angela Cingolani, democristiana eletta nella Costituente italiana (1946), ai commenti maschilisti che accolsero l’entrata in aula dello sparuto gruppo delle donne. Ci sono momenti nella storia, come nella vita di tutti i giorni, in cui donne e uomini si dividono fra loro e si confrontano. Il confronto è inesauribile e parrebbe senza senso, eppure quelli sono momenti significativi. Da un momento così è nato questo libro, ultimo di un filone di pensiero politico che percorre l’Europa moderna, a cominciare da Cristina de Pizan. In passato, si trattava di testi che mettevano sottosopra l’ordinata gerarchia dei sessi, primo e secondo. Ai nostri giorni, la parola d’ordine è «parità», che significa, nei rapporti fra i sessi, un confronto unilaterale di lei con lui, senza scintille né sorprese. Anche questo un ordine da disfare, un orizzonte da aprire, sostiene Luisa Muraro, così da sconfiggere la miseria di un protagonismo maschile a tutti i costi. Come? Affermando l’eccellenza femminile, da mettere in gioco nella vita pubblica e personale. Con quale risultato? Amare le nostre differenze, maschile e femminile, entrare in relazione con gli altri, imparare a confliggere. Chi sa confliggere non fa guerre e non compra l’amore con i soldi. Il titolo di questo libro si ispira al grido di battaglia di Irina, cittadina d’Europa immigrata.

Tre lezioni sulla differenza sessuale e altri scritti, Orthotes, Napoli 2011

«L’uomo non esiste», scrive Luisa Muraro, «esistono uomini e donne». Questo, tra l’altro, significa che prescindere da tale differenza non è così facile come spesso si crede quando si accetta di guardare gli altri o se stessi solo come individui o solo come cittadini. Una delle idee di questo libro è che non si riesce ad essere fedeli a se stessi e anche alla realtà a cui, per vivere, si deve rispondere, se non si offre un giusto posto simbolico al proprio essere donna o uomo in un mondo di donne e uomini. La crisi dell’interpretazione tradizionale del significato e del ruolo della differenza sessuale non porta da sola con sé la libertà agli uomini e alle donne: occorre la tessitura di un nuovo ordine simbolico. Molte donne hanno pensato e lavorato in questo senso e Muraro mostra la forza e la ricchezza dei loro guadagni: la mostra anche agli uomini disponendosi in attesa di quella ricerca da parte loro che oggi, da alcuni, è stata cominciata.

Al mercato della felicità. La forza irrinunciabile del desiderio, Mondadori, Milano 2009

Narra un antico testo persiano che quando Giuseppe fu messo in vendita dai suoi fratelli si presentarono molti compratori, tra cui una vecchia che stringeva alcuni gomitoli di lana. «Anima semplice» le disse il sensale «come puoi comprare un simile gioiello di schiavo con i tuoi gomitoli?»  «Lo so che non potrò comprarlo» rispose la vecchia «mi sono messa in fila perché amici e nemici possano dire: anche lei ci ha provato». La vecchia, spiega Luisa Muraro nelle prime pagine del suo libro, è un esempio dell’anelito di chi cerca e, pur sapendo che non potrà mai raggiungere lo scopo, non rinuncia ad avvicinarsi. Cosa sarebbe, infatti, la vita senza grandi desideri? Nella cultura che cambia senza andare avanti, in un’economia che si espande ma non fa crescere né la gioia né il senso di sicurezza, nella vita che sembra tutta un mercato, con l’umanità stretta fra il troppo ed il troppo poco, traspare l’intuizione che il reale non è indifferente al desiderio e non assiste indifferente alla passione del desiderare, nonostante ci capiti spesso di fare l’esperienza di una loro apparente, reciproca estraneità. Come per la vecchia della lana, ci sono tanti modi di «andare al mercato», scrive Luisa Muraro, contro la parzialità della ragione e a difesa delle «illusioni» che la poesia e la religione ci aiutano ad intrattenere oltrepassando il livello del conformismo, forti nella certezza di essere destinati a qualcosa di grande.

Il posto vuoto di Dio, a cura di Luisa Muraro e Adriana Sbrogiò, Marietti, Genova 2006

A partire dall’idea lanciata da Muraro riguardo al «posto vuoto» da lasciare libero, da non occupare con altro quando la parola-pensiero quando «Dio» non ha più circolazione, nasce il dibattito che risulta centrale in questo saggio.

Sia nel corso del dibattito sia nelle lettere e negli interventi individuali raccolti nella seconda parte del libro, i partecipanti all’associazione Identità e differenza di Spinea raccontano la propria esperienza religiosa, le eventuali crisi ed i conflitti con la Chiesa istituzionale. Emergono presto differenze tra il pensiero delle donne e quello degli uomini. Negli interventi delle donne, Dio è strettamente associato all’amore, quando non è addirittura un suo sinonimo.

L’ordine simbolico della madre, Roma, Editori Riuniti, 1991, Nuova edizione 2006 (tradotto in tedesco, in spagnolo e in francese)

La storia della filosofia contribuisce a rianimare la rivalità con l’autorità della madre. È il caso del racconto simbolico di Platone, metafora palese di una seconda nascita, che servirà al filosofo ateniese per sovvertire ciò che egli chiama «il regno della generazione», ingiusto ed ingannevole. L’operazione della seconda nascita, concezione tipicamente politica del giusto e del vero, sarà ripetuta talmente tante volte che arriverà a confondersi con la più comune delle figure retoriche: la metafora. Si trasferiscono in essa gli attributi della potenza e dell’opera della madre alla produzione culturale (per esempio la scienza, il diritto, la religione), riducendo la genitrice ad una figura da dominare. Si attua un vero e proprio matricidio che è all’origine della nostra cultura. Attraverso il riconoscimento dell’autorità materna sarà possibile, per le donne, la creazione di un nuovo ordine simbolico.

La signora del gioco. La caccia alle streghe interpretata dalle sue vittime, Milano, La Tartaruga, 2006. Prima edizione: La signora del gioco, episodi di caccia alle streghe, Feltrinelli, Milano 1976

La caccia alle streghe continua a essere un capitolo difficile della storia europea e questo libro è un nuovo tentativo di leggerla, dando ascolto a quello che le vittime tentano di dirci. Molti storici pensano che non sia possibile conoscere il punto di vista delle vittime, che si tratti della caccia alle streghe o di altre persecuzioni. Posizione discutibile. C’è un legame che non si può rompere tra il persecutore e la vittima, e quando il primo afferma il proprio punto di vista, tira dentro anche la seconda.
Basta avere la pazienza di seguire il filo esile e intermittente di questa presenza seconda. Seguendolo, indietro nel tempo, di processo in processo, il libro ci fa incontrare le donne accusate di essere streghe, in realtà spesso donne dedite alla medicina e alla divinazione, tutte diverse tra loro. Perdenti in partenza, per l’enorme disparità di potere, le vittime si difesero con tutti i mezzi che avevano a loro disposizione, con la fuga, con la sincerità, con la fantasia, con la ragione, con la religione, con il silenzio, con la malattia mentale, con la morte.

Guglielma e Maifreda. Storia di un’eresia femminista, Milano, La Tartaruga, 1985, 2003 (tradotto in tedesco e in spagnolo)

Saggio scritto con un linguaggio che non fa pensare al rigore della ricerca scientifica, «Guglielma e Maifreda» racconta la nascita di una comunità religiosa di uomini e donne, popolani, borghesi, mercanti e aristocratici, riuniti attorno alla figura di Guglielma, attiva a Milano nella seconda metà del duecento e sepolta a Chiaravalle come una santa. La comunità prosperò poi sotto la guida di Maifreda da Pirovano, ma terminò con un processo dell’Inquisizione e roghi accesi in Piazza della Vetra.

Il Dio delle donne, Milano, Mondadori, Milano 2003 (tradotto in francese, spagnolo e tedesco)

Alla fine del Medioevo, all’alba dell’Europa moderna, prese avvio un pensiero che arriva fino ai nostri giorni per vie solo in parte conosciute, pensiero di donne che avevano (e hanno) con Dio un rapporto di confidenza e grande libertà. Si chiama mistica femminile, o meglio teologia in lingua materna.

Maglia o uncinetto. Racconto linguistico-politico sulla inimicizia tra metafora e metonimia, Milano, Feltrinelli, 1981. Seconda edizione Roma, Manifestolibri, 1998

L’autrice analizza in questo testo- che è stato un punto di riferimento teorico decisivo per il pensiero della differenza- il rapporto tra corpo e linguaggio, nonché il conflitto fra le figure retoriche della metafora e della metonimia, riconsiderando, da un punto di vista radicalmente nuovo autori come Saussurre, Lacan, Nietzsche, Jacobson.

Lingua e verità in Emily Dickinson, Teresa di Lisieux, Ivy Compton-Burnett, Luisa Muraro e le/gli studenti del corso dell’Università di Verona, 1995

Il titolo Lingua e verità viene dal corso di ermeneutica filosofica che Luisa Muraro ha tenuto nel 1994-1995 all’Università di Verona. Il Quaderno, nato dall’ «l’entrata in filosofia» delle circa venticinque tra studentesse e studenti che l’hanno seguito, è dedicato a Emily Dickinson, Teresa di Lisieux, Ivy Compton-Burnett.

Si tratta di tre maestre del «lavoro linguistico per la dicibilità dell’essere», in cui consiste, per Luisa Muraro, l’impegno filosofico. Colpisce, in questo lavoro, che la santa venga accostata a una miscredente come Ivy Compton-Burnett. Non ci sono più appartenenze alle grandi formazioni storiche della cultura italiana, a causa dell’unica differenza che non si intende annullare, la differenza femminile. Lingua e verità invita a farsi giocatrici più che commentatrici della realtà e del mondo in cui viviamo, dando significato innanzitutto a ciò che siamo.

Lingua materna, scienza divina. Scritti sulla filosofia mistica di Margherita Porete, Napoli, D’Auria, 1995

Luisa Muraro racconta lo stupore provato di fronte alla lettura dello Specchio delle anime semplici di Margherite Porete. Stupore dovuto al riconoscimento di una lingua scritta che incarna quella materna.

Porete fu accusata di aver scritto e propagandato un libro eretico. Per questo fu condannata al rogo nel 1310. La peculiarità del suo libro si trova nell’uso diffuso e deliberato del femminile e nell’esposizione umile al giudizio di altre donne, riconoscendo così un’autorità femminile.

Per raggiungere il suo obiettivo, quello di realizzare il ritratto dell’amore divino affinché gli altri trovino Dio, l’autrice non si appella direttamente a Dio o alle Sacre Scritture, ma espone l’essere e l’usage (pratica di vita) delle anime annientate: quelle persone che, avendo raggiunto la perfezione in questa vita, rappresentano Dio.

La posizione isterica e la necessità della mediazione, a cura di M. Ferrante, Donne Acqua Liquida e Udi, Palermo 1993

Nella nostra cultura l’attaccamento femminile alla madre senza sostituti possibili, non avendo traduzione simbolica, mette molte in un rapporto difficile tra il loro corpo e quello della madre. L’isteria, prima ancora di essere sofferenza e disordine, è un attaccamento intero alla figura materna. L’accettazione della sostituzione della madre, e di conseguenza il riconoscimento che in realtà si tratta di una restituzione, rende possibile l’accesso all’ordine simbolico). La lingua, probabilmente, è la sola possibile sostituta per l’isterica, così come il parlare è l’attività che meglio di ogni altra sembra render conto della relazione tipicamente femminile con la madre. A sostegno di questa tesi, la «talking cure» di Anna O., di cui hanno trattato Breuer e Freud, e la politica dell’autocoscienza del movimento politico femminile.

Seconda edizione in Italia per un lavoro che ora ha perso: “Siamo donne, non è da tutti!”.

Amare le differenze è alla base di questo saggio di Muraro. A parlare è una giovane cittadina europea, Irina, che in Italia ha perso il lavoro. Le donne esistono per se stesse, non essendo né seconde né tantomeno complementari agli uomini. A partire da questa presa di coscienza è avvenuto un doppio cambiamento nell’autrice e nel mondo. Il mondo ha cominciato a popolarsi di donne. Luisa Muraro riprende così le vicende di alcune donne memorabili, oscurate dalla storia poiché donne (da Paolina Leopardi a Cristina de Pizan).

 

Pubblicazioni in opere collettanee

Introduzione di una idea, in Diotima, Potere e politica non sono la stessa cosa, Liguori, Napoli 2009.

La schivata, in Diotima, Immaginazione e politica. La rischiosa vicinanza fra reale e irreale, Liguori, Napoli 2009.

Introduzione, in Iris Murdoch, Esistenzialisti e mistici. Scritti di filosofia e letteratura, a cura di P. Conradi, Il Saggiatore, Milano 2006.

Introduzione, in Diotima, La magica forza del negativo, Liguori, Napoli 2005.

La differenza sessuale da scoprire e da produrre, con altre, in Diotima, Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987, Nuova edizione 2003.

La maestra di Socrate e mia, in Diotima, Approfittare dell’assenza. Punti di avvistamento sulla tradizione, Liguori, Napoli 2002.

Fare compagnia alla mente inferma. All’incrocio di altro, in Diotima, Il profumo della maestra. Nei laboratori della vita quotidiana, Liguori, Napoli 1999.

Lettere dall’università, a cura di L. Muraro e P. A. Rovatti, Filema, Napoli 1996.

Partire da sé e non farsi trovare…, in Diotima, La sapienza di partire da sé, Liguori, Napoli 1996.

Oltre l’uguaglianza, in Diotima, Oltre l’uguaglianza. Le radici femminili dell’autorità, Liguori, Napoli 1994.

L’orientamento della riconoscenza, in Diotima, Il cielo stellato dentro di noi. L’ordine simbolico della madre, La Tartaruga, Milano 1992.

La nostra comune capacità d’infinito, in Diotima, Mettere al mondo il mondo. Oggetto e oggettività alla luce della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1990.

Non credere di avere dei diritti. La generazione della libertà femminile nell’idea e nelle vicende di un gruppo di donne, firma collettiva Libreria delle donne di Milano, Rosenberg & Sellier, Torino 1987.

L’erba voglio. Pratica non autoritaria nella scuola, a cura di E. Fachinelli, L. Muraro e G. Sartori, Einaudi, Torino 1971.

Articoli e varie

Ha pubblicato articoli su diversi quotidiani e riviste, tra cui Via Dogana, DWF, Duoda, Micromega, Il manifesto, L’Unità, Bailamme, Critica marxista, aut aut, Rinascita, Quaderni piacentini, L’erba voglio, Rivista di filosofia neo-scolastica, Giudizio universale.

Al limite, la violenza, Via dogana, n. 100, marzo 2012

L’accusa di razzismo scorciatoia mentale, esonero morale, errore politico, Via Dogana, n. 92, marzo 2010

Le donne c’entrano, Via Dogana, n. 88, marzo 2009

È venuto il momento ed è questo, Via Dogana, n. 90, settembre 2009

Vivere in un mondo che sembra all’oscuro della nostra libertà, Via Dogana, n. 86, settembre 2008

Preti e femministe, Via Dogana, n. 83, dicembre 2007

Con Debora Spadaccini, Scrittura politica e scrittura mistica in Carla Lonzi, DWF, 1999, n. 42-43, pp. 56-75

Con Antonia De Vita, Margherita Porete “beguine moult suffisant” e il movimento beghino del XIII secolo, DWF, 1997, n. 33, pp. 51-78

Una speciale contraddizione, DWF, 1997, n. 34-35, pp. 69-73

Con Francesca Doria, Percorsi d’amore nel pensiero di Luce Irigaray, DWF, 1995, n. 28, pp. 61-70

Commento alla “Passione secondo G.H”, DWF, 1987, n. 5-6, pp. 65-78

Link dove compaiono interventi dell’autrice

Intervista per la Repubblica on-line
http://www.repubblica.it/cultura/2014/05/12/news/luisa_muraro_ho_lottato_con_amore_per_le_donne_ma_l_egoismo_la_mia_vera_forza-85907256/

Ciclo di lezioni sul tema della violenza tenuti nel 2013 presso la Libreria delle donne di Milano su stimolo di Ida Farè, Rossella Bertolozzi e Sandra Bonfiglioli.

Tiratevi su, si torna a combattere. Prima lezione
http://www.youtube.com/watch?v=U3pXUFk9tC8

Con il piede in due staffe. Seconda lezione
http://www.youtube.com/watch?v=snophSOfqB0

Possiamo veramente evitare di tagliar teste e bruciare castelli?
http://www.youtube.com/watch?v=tNZGzRCK5ZQ

Luisa Muraro su Dio è violent
http://www.filosofia.rai.it/articoli/luisa-muraro-dio-%C3%A8-violent/16197/default.aspx

Interventi dell’autrice trasmessi dall’emittente radiofonica Radio Radicale
http://www.radioradicale.it/soggetti/luisa-muraro

Intervento dell’autrice sulla politica secondo Margherita Porete
http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/misticacristiana/piume.htm

La verità in democrazia (con Massimo Adinolfi)
http://www.nazioneindiana.com/2006/03/28/la-verita-in-democrazia/

Intervento su Jeanne Hersch
http://www.phenomenologylab.eu/index.php/2010/03/luisa-muraro-jeanne-hersch/

Intervista di Ida Dominijanni a Luisa Muraro
http://www.libreriadelledonne.it/_oldsite/news/articoli/contrib120709_muraro.htm

Intervista di Bia Sarasini a Luisa Muraro
http://www.libreriadelledonne.it/news/articoli/contrib190304.htm

Intervista di Simonetta Robiony a Luisa Muraro

http://www.libreriadelledonne.it/luisa-muraro-tra-uomo-e-donna-manca-il-senso-libero-della-differenza/

Link

Sito della Comunità filosofica Diotima
http://www.diotimafilosofe.it

Sito della Libreria delle donne di Milano
http://www.libreriadelledonne.it/

Sito del Centro di Ricerca delle donne Duoda dell’Università di Barcellona
http://www.ub.edu/duoda

Sito della rivista Giudizio Universale
http://www.giudiziouniversale.it/d/

Iniziative

Master “Studi della libertà femminile” presso il Centro di ricerca Duoda di Barcellona
http://www.ub.edu/duoda/web/es/cursos/6/

Angela Lamboglia
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Angela Lamboglia, classe 1983, si è laureata nel 2008 in Filosofia politica con una tesi in cui ha indagato le relazioni tra sfera pubblica e transnazionalismo. Ha partecipato al gruppo di ricerca organizzato da Federica Giardini sulla forza al femm (...) Maggiori informazioni

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Valeria Mercandino ha studiato Scienze Filosofiche a Roma Tre e si è laureata con una tesi sulla pratica politica dell’autocoscienza in Italia. È dottoranda di Filosofia politica presso l’Università degli studi di Verona e sta lavorando al con (...) Maggiori informazioni

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Eleonora Muzzi (Roma, 1995) si è laureata in Scienze della Comunicazione presso l’Università degli studi Roma Tre con una tesi triennale di filosofia, società, comunicazione sul linguaggio e la politica in Luisa Muraro. Si interessa delle implic (...) Maggiori informazioni