Memorie di Donne Stradarole: mai più donne dimenticate

Proponiamo un contributo di Alice Fadda, responsabile comunicazione del Progetto Memorie di Donne Stradarole, sostenuto e adottato dall’Associazione Le Funambole. Il progetto prevede la realizzazione di 4 edicole laiche di legno da parte di 4 artiste dedicata a 4 figure femminili dimenticate e discriminate, che verranno installate stabilmente nelle aree verdi di Garbatella, a Roma.

L’evento verrà presentato il 7 dicembre alle ore 15a Parco Brin, attraverso una passeggiata narrante, a partecipazione gratuita (previa prenotazione), condotta dalla sociologa urbana Irene Ranaldi dell’Ass. Ottavo Colle. 


Negli ultimi anni hanno visto la luce diverse iniziative nate per ricordare le figure femminili totalmente dimenticate dalla storia, dalla letteratura, dall’arte. Per esempio, il New York Times lo scorso anno ha inaugurato il progetto Overloooked no more: ogni settimana viene pubblicato il ritratto di una donna straordinaria, per ovviare alla mancata rappresentazione di queste figure femminili sulle loro pagine che dal 1851 hanno visto pubblicare migliaia di necrologi di soli maschi. Bianchi, oltretutto. O il lavoro indispensabile che da anni porta avanti l’Associazione Toponomastica Femminile, con l’obiettivo di riportare alla memoria collettiva le figure dimenticate di intellettuali, partigiane, rivoluzionarie, artiste, letterate, scienziate.

Donne fondamentali il cui lavoro è stato riconosciuto magari decenni dopo la loro morte, o donne che sono purtroppo svanite nel nulla per anni, o secoli.

Come la scrittrice spagnola Maria de Zayas, che nel ‘600 arrivò al successo grazie a una raccolta di novelle di natura prevalentemente erotica, Novelas Amorosas y Ejemplares, che caddero in disgrazia durante il romanticismo a causa della critica letteraria dell’epoca che tacciò l’autrice di immoralità, nonostante Lope de Vega che parlò di lei come di un genio unico e raro.
Saranno le femministe degli anni ’70 a riportare Maria de Zayas alla ribalta sottolineando la vera intenzione dei suoi scritti, cioè una denuncia alla società di allora, ma anche e soprattutto una richiesta di cambiamento: se questa società non ritenesse riprovevoli le donne, non libere di soddisfare i propri desideri, le passioni e soprattutto meritevoli di accedere all’educazione, e se non accettasse come normale la violenza maschile su di loro, i rapporti tra uomini e donne sarebbero liberi da manipolazioni, segreti, violenze e inganni. In poche parole, la materia delle sue novelle.

Maria non è sola: è purtroppo in compagnia di tante, tantissime donne che per diverse ragioni sono state scordate dalla storia, se non perfino cancellate. Le ragioni sono molteplici, ma spesso la discriminazione di genere è il fil rouge che tristemente le unisce.

Da qui, e dalle Madonne Stradarole rinascimentali, nasce l’idea di Marta Cavicchioni: Memorie di Donne Stradarole. Quattro artiste si occuperanno di realizzare quattro “edicole laiche” dedicate a altrettante figure femminili dimenticate e discriminate per questioni di genere, razza, politiche o religione, che verranno installate stabilmente nel quartiere di Garbatella, grazie al finanziamento del Municipio Roma VIII. Un progetto tutto al femminile, adottato e sostenuto dall’Associazione Socio-Culturale Le Funambole, operante a Roma nel campo della violenza di genere.

Maria de Zayas, è una delle quattro Donne Stradarole: con lei anche Lise Meitner, la fisica austriaca che diede l’esatta interpretazione della fissione nucleare, ma che si vide scippare il premio Nobel dal chimico Otto Hahn con cui collaborava, perché discriminata dal mondo scientifico in quanto donna e per le sue origini ebraiche, durante l’avvento del nazismo;
Hazel Scoot, cantante e musicista afroamericana che vide l’apice del suo successo tra gli anni ’30 e ’50 nell’America carica di pregiudizi razziali: rifiutandosi di esibirsi nei luoghi in cui vigeva la segregazione e lottando per la difesa dei diritti delle donne, finì nella blacklist dei professionisti del mondo dello spettacolo ritenuti antiamericani e filocomunisti.
Insieme a loro Raffaella Chiatti, chiamata la Sora Lella del Lotto 7, che nel settembre del ’43 divenne partigiana del VII GAP (Gruppo di Azione Patriottica) come unica donna, dato che il suo lavoro alla Croce Rossa la esentava dal coprifuoco, rendendola una staffetta ideale. Nonostante abbia messo a repentaglio la sua vita per la libertà di tutti, è stata dimenticata, anche dalle numerose targhe dedicate alla memoria dei partigiani sparse per il quartiere di Garbatella.

Memorie di Donne Stradarole vuole, metaforicamente, proteggere i passanti dalla violenza della discriminazione: senza alcuna valenza religiosa, le edicole laiche, similmente allo scopo delle edicole sacre del Rinascimento, illumineranno le strade della memoria e creeranno attraversamenti tra le generazioni, mettendole in ascolto delle storie di queste donne dimenticate, e trasformando la “fede” in fiducia nella comunità futura. L’originalità del progetto è da ricercare nell’utilizzo di questo strumento antico che viene traslato in un nuovo mezzo di comunicazione popolare, restituendo alla memoria collettiva queste quattro storie, chiavi di lettura per narrare un futuro diverso.

Le persone si avvicinano così a temi importanti attraverso il filtro dell’arte e del viaggio in un territorio quotidiano da riscoprire. È fondamentale la scelta dell’installazione delle opere a Garbatella: quartiere storico popolare, si presta perfettamente alla narrazione di genere per via della sua ricca storia fondata su immagini femminili, ma anche per la caratteristica di vivere le sue strade ancora come luoghi di socialità. Si racconta che appena sorto il quartiere, negli anni ’20, esistesse una sola chiave in grado di aprire tutte le porte delle case, perché dentro non vi era nulla da rubare. Partendo da questa storia popolare, Memorie di Donne Stradarole si pone come obiettivo l’uso di questa leggendaria chiave per aprire le porte dell’accoglienza, delle pari opportunità, dell’inclusione e della memoria.

Le artiste, Micaela Serino, Marta Cavicchioni, Debora Malis e Cecilia Milza, nutrono la speranza che il percorso delle Donne Stradarole possa entrare a far parte della vita quotidiana degli abitanti di Garbatella, e di quelli di tutta la città, coinvolgendo soprattutto le nuove generazioni consentendo loro di acquisire come proprie, e del proprio territorio, le storie di queste figure femminili e dei valori di cui sono portatrici.

Memorie di Donne Stradarole verrà presentato sabato 7 dicembre, alle ore 15, attraverso una passeggiata narrante, della durata di circa 1 ora a partecipazione gratuita su prenotazione condotta dalla sociologa urbana Irene Ranaldi dell’Associazione Ottavo Colle, che avrà come tappe le quattro edicole e due luoghi storici del quartiere: il bassorilievo dell’Ostessa Garbata e la Fontana di Donna Carlotta, entrambi dedicati a figure di donne fiere e indipendenti, ispiratrici proprio del nome di Garbatella.

L’intento è la ri-scoperta di queste quattro donne, prime rappresentanti di tante storie femminili cancellate, dimenticate, vittime di discriminazione.
Perché si annullano le storie che potrebbero invece narrarci di un passato differente e dare, così, al futuro un’altra prospettiva?
Le Donne Stradarole vogliono essere le custodi di questo messaggio contro le discriminazioni e la violenza che annulla proprio dove invece dovrebbe fiorire la nostra umanità.