Federica D’Andrea – Il feto, prodotto semiotico della tecnica, e l’espropriazione del corpo femminile

Tesi in: Dinamiche interculturali e Mediazione linguistica
Relatrice: prof.ssa Marisa Forcina
 Facoltà di Lettere, Filosofia, Lingue e Beni Culturali
Università del Salento
Anno accademico 2013/2014
Oggetto di questa ricerca è quello spazio d’intersezione rintracciabile lungo e intorno ai concetti di Bio-potere, quale amministrazione dei corpi e gestione calcolatrice della vita, di soggetto-Feto, la cui fenomenologia di natura mediata/tecnica e il controllo esterno del corpo femminile da esso derivante ne fanno una delle produzioni semiotiche meglio riuscite dell’ultimo secolo, e di critica del soggetto nella tradizione filosofica ed epistemologica occidentale, delle forze di dominazione, subordinazione, inclusione/esclusione che agiscono su di esso nell’ambito della sua stessa definizione, produzione di pensiero, rapporto con l’altro, come originalmente e creativamente proposta dal pensiero femminista. All’interno di questi spazio si cercherà di tessere un reticolato nel quale scorgere e osservare la presenza e le relative coordinate di effetti, relazioni, associazioni e conseguenze di una nuova riconcettualizzazione dell’umano a partire da una radicale e a tutti gli effetti epocale trasformazione dell’esperienza cardine dell’umanità: la riproduzione della specie.
Lo slittamento di significati in essa operati, da percezione e gestione unicamente interna e unicamente individuale, per millenni dominata dalla percezione tattile e dall’invisibilità fino al momento di effettiva messa in atto della vita, fino a tematizzazione collettiva e consacrazione della stessa come immediato effetto dello status di soggetto accordatole per effetto di media, rappresentazioni discorsive ed argomentazioni di natura prettamente scientifica elevate a livello di bioetica, dimostrano che tale esperienza è stata oggetto, negli ultimi due secoli e soprattutto con una folle e polverosa accelerata negli ultimi 50 anni, di speculazione, manipolazione, di processi di ribaltamento concettuale, nei suoi stessi termini di significanza, affermazione e validità sociale, da parte della scienza e della tecnica. L’ossessione di retaggio illuminista del vedere illimitatamente, soprattutto del considerare vero solo ciò che può essere visto, ha fatto di questa visibilità la condizione necessaria e sufficiente per il battesimo di un nuovo essere, mai prima d’allora visto, dunque eticamente e giuridicamente talmente soggettivato, che pur paradossalmente non essendo ancora è di fatto, come risultato dell’abbattimento di un’imponente colonna d’Ercole del conoscibile, ma dalla consistenza ormai indiscutibile a livello etico, giuridico, semiotico e sociale.
Non solo, l’essere umano scopre attraverso il discorso di riconoscersi in questo feticcio, che in quanto massiccia rielaborazione dell’esperienza della gravidanza serba una rimessa in discussione a partire da un’analisi del serrato controllo a cui è sottoposto il corpo quale superficie politico discorsiva dove effetti di potere agiscono, analisi che investe termini e agenti del discorso essenziali, come la soggettività stessa, il suo status e rapporto di subordinazione alla normatività, la sottomissione ai processi di normalizzazione, il suo inquadramento in un’episteme dominata dal potere-sapere, problematiche al centro di questioni fondamentali della nostra epoca riguardanti, tra le tante numerose possibili diramazioni, il potere delle istituzioni di influenzare o determinare la vita egli individui.
Un potere sulla vita, e sul corpo, resosi indispensabile per lo sviluppo del capitalismo liberista, per il quale essenziale, primaria, vitale fonte di senso e capitale è la massa di individui, dunque di corpi e di loro ri-produzione, a cui non lasciare altra sorte che l’assoggettamento e assorbimento nel suo sistema di pratiche e conoscenze. Michel Foucault, genio del post-strutturalismo e padre della bio-politica, Rosi Braidotti, filosofa di livello mondiale e punto di riferimento del pensiero femminista contemporaneo, e Barbara Duden, appassionata storica del corpo femminile, costituiranno i saldi attracchi di partenza di questa rete che si cercherà di esplorare, percorrere con equilibrio funambolico, nel tentativo di individuare sostanza e consistenza di concetti e loro composti in forma di nodi, sovrapposizioni, vuoti, convergenze e divergenze, riconoscibili al suo interno.

Indice:

INTRODUZIONE

Cap. 1. DONNE (E) SOGGETTE

1.1 Caduta del Soggetto e Fenomenologia del Soggetto Molteplice e Plurale

1.2 Femminismo radicale

1. 3 L’eredità di Foucault

Cap. 2. IL CORPO

2.1 Spinoza, iniziatore del materialismo

2.2 Foucault: corpo e biopotere

2.3 Il Femminismo e il corpo

Cap. 3. IL FETO CONTEMPORANEO E L’ESPROPRIAZIONE DEL CORPO FEMMINILE

3.1 Dal tatto alla vista mediata

3.2 Il feto contemporaneo: prodotto e icona della scienza e dei media

3.3 Tecnica e medicalizzazione: Effetti sulla soggettualità ed espropriazione del corpo

3.4 Normatività biologica e Capitalismo biogenetico

CONCLUSIONE

Redazione

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