Valeria Venditti – Marginalization and Unspeakability: the Social and Linguistic Construction of Exclusion

Valeria Venditti – Marginalization and Unspeakability: the Social and Linguistic Construction of Exclusion

Tesi di Dottorato

Relatore: Virginio Marzocchi

Relatrice: Caterina Botti

Anno Accademico 2015/2016 – ‘La Sapienza’ Università di Roma – Facoltà di Filosofia, Lettere, Scienze Umanistiche e Studi Orientali – Dipartimento di Filosofia

Mail: valeria.venditti@gmail.com

Pagina Academia: https://uniroma.academia.edu/ValeriaVenditti

 

Abstract

I cambiamenti sociali avvengono regolarmente, su base quotidiana, ma è difficile riconoscerne il valore, misurarne la forza progressista o conservatrice, presagirne le ripercussioni al di là della loro sfera di azione. Questo lavoro guarda alle ripercussioni dei cambiamenti promossi dalle istituzioni politico-giuridiche, nonché alle ricadute di quelle trasformazioni che si determinano a livello giuridico e che quindi lasciano l’orizzonte relazionale da cui erano scaturite per trovare nuova legittimazione attraverso un linguaggio istituzionale che conferisce loro legittimità e forza autoritativa. Il mio interesse si rivolge in particolare alle procedure di inclusione istituzionale quale strumento per offrire visibilità e riscatto alle situazioni di marginalizzazione sociale e politica.

A partire da una riflessione sullo statuto dell’inclusione (intesa perlopiù come riconoscimento e integrazione di specifici gruppi sociali), analizzo come differenti modalità inclusive mettano al centro il soggetto vittima dell’emarginazione restringendo la prospettiva inclusiva a una questione “posizionale”: dentro o fuori (cap.1). In questo senso, le istituzioni prese in esame mobilitano uno spettro semantico binario e naturalizzante, che se da un lato concepisce come unica modalità inclusiva l’assimilazione (il portar dentro come sola controparte dell’esser fuori), dall’altro tende a classificare i soggetti che riconosce come membri di categorie identitarie totalizzanti. Queste ultime fanno il loro ingresso nel sociale e vi si impongono, divenendo parte integrante non solo del gergo giuridico-istituzionale ma anche di più ampie pratiche relazionali, politiche e sociali. Per mappare questi meccanismi inclusivi e le modalità con cui si fanno produttori di soggettività esamino in primo luogo il modo in cui il linguaggio delle istituzioni permette l’articolazione di determinate forme di vita a discapito di altre – studio che non può essere condotto in astratto, ma deve tenere conto della relazione particolare e contingente che intercorre tra la sfera politica e quella giuridica nei vari contesti geo-storici. Pertanto, nella prima parte della mia tesi viene proposta una tipologia delle pratiche inclusive secondo tre paradigmi fondamentali: politiche orientate alle opportunità, tese a garantire l’inclusione mediante la partecipazione di ogni cittadino alla sfera pubblica (cap. 2); politiche basate sulle capacità, che insistono sulle condizioni per la conduzione di una buona e soddisfacente vita privata per ogni essere umano (cap. 3); e politiche di protezione delle categorie, che si concentrano sulle possibilità di accesso a eguali diritti o a speciali protezioni per membri di categorie a rischio discriminazione (cap. 4). Il mio argomento è che, a dispetto delle reciproche differenze, questi modelli pongono in essere lo stesso movimento di naturalizzazione e assimilazione delle categorie discriminate (cap. 4). Essi infatti procedono dapprima delineando soggetti di diritto monolitici e coerenti (nel primo i cittadini; nel secondo l’essere umano; nel terzo specifiche identità discriminate, come la donna, la madre, la prostituta, la persona disabile, la persona di colore, la lesbica…), fortemente connotati e dotati di grande potere normativo, e quindi ne promuovono l’integrazione mediante la pretesa– esplicita o implicita – che tali soggetti di adattarsi a determinate piattaforme semantiche e valoriali.

Nella seconda parte del lavoro mostro come questo doppio movimento, di ritaglio e unificazione del tessuto sociale, sia connaturato al sistema inclusivo basato sui diritti – gergo specifico della contemporaneità. Se dapprima i diritti erano intesi come umani, cioè collegati a una natura stabile da taluni ritenuta egualitaria, il nuovo millennio apre alla specializzazione di tale forma legale, che viene a imporsi (anche in relazione all’accresciuta importanza di istituzioni sovra-nazionali e alla crisi dello stato-nazione) quale vettore di agibilità politica per certe categorie umane (cap. 5). La tesi si concentra quindi su come questi diritti producano identità sociali naturalizzate, capaci di imporsi non solo quali strumenti giuridici, ma anche in quanto portatori di modelli sociali, entità normative che si spogliano della loro tecnicità per sedimentarsi nel linguaggio ordinario (cap. 6). In questo senso, le politiche inclusive finiscono per marcare nuovi profili dell’intelligibile: attraverso la creazione di nuove condotte legittimate, la lotta all’emarginazione combattuta a suon di diritti si riduce a una dislocazione costante dei margini dell’accettabile, del dicibile, così da creare una cortina sempre più spessa tra le forme di vita codificate e quelle che rimangono fuori dal dicibile (cap. 7). La tesi si conclude indicando come proprio questa consapevolezza possa costituire il primo passo verso forme di riconoscimento basate sulle relazioni anziché sull’imposizione di standard di adeguatezza sociale delle proprie scelte di vita – ancorché caotiche, stratificate, parziali e contingenti.

 

Contents

 

Part I

INTRODUCTION

1 – INCLUSIVE POLITICS AND THE DE-SPATIALIZATION OF EXCLUSION

1.1. The new shape of exclusion: de-spatialization and diffusion

2 – OPPORTUNITY-ORIENTED APPROACH AND THE PRIVATE GAP

2.1. Hit the scene: aims and drawbacks of a liberal feminism trajectory

2.2. Private vs. public

3 – ALL TOO HUMAN? CAPABILITIES AND THE ERASURE OF ALTERNATIVES

3.1. Capabilities-based approaches: differences and flaws of two perspectives

3.2. A critical analysis of the capability-based approach

3.3. The trouble with disability: An excursus

3.4. Some examples of legal inclusion inspired by the capability approach

4 – LANGUAGE AND THE LAW: THE CONUNDRUM OF CATEGORIZATION

4.1. Law and categories: An Italian case study

4.2. The shortcomings of category-protecting policies

Part II

5 – MILLENNIAL RIGHTS: A POLITICAL REVOLUTION FROM THE COURTS

5.1. A new species of rights

5.2. The dominance of the pre-juridical and the inflation of rights

5.3. Fundamental rights and the inflation of rights talk

5.4. Identification as essentialization: the last frontier of millennial rights

5.5. On the overall implications of rights essentialization

6 – LOOPING EFFECT AND LEGAL IMPACT

6.1. Self-ascription: categorization from within

6.2. A preliminary question: juridification and the loop

6.3. Strategic self-ascription: empowerment through compulsion

6.4. The hidden link between juridification and marginalization

7 – GOVERNANCE OF GOVERNANCE AND THE LIMITS OF THE INTELLIGIBLE

7.1. Governing techniques

7.2. Governance of governance and the limits of speakability

7.3. Difference dissimulated: politics of marginalities

CONCLUSION

References

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