Julia Kristeva

E’ nata a Sliven  il 24 giugno 1941. E’ una linguista, psicanalista, filosofa e scrittrice francese, di origine bulgara. Vive e lavora in Francia dal 1964 e pubblica principalmente in francese anche se le opere più significative le troviamo tradotte in italiano. Negli anni sessanta e settanta lavorò attivamente alla vita culturale francese dell’epoca collaborando con Michel Foucault, Roland Barthes, Jacques Derrida e Philippe Sollers. E’ tra le fondatrici della rivista Tel Quel. Nel 1963 si diploma in Filologia romanza all’Università di Sofia in Bulgaria. Nel 1964 prepara un dottorato in letteratura comparata all’Accademia delle scienze di Sofia; nel 1965 ottiene una borsa di studio nel quadro di accordi franco-bulgari e dopo il 1965 prosegue gli studi e il lavoro di ricerca in Francia all’Ecole pratique des hautes Etudes (E.P.H.E). Nel 1979 divenne psicanalista, dopo aver seguito dei seminari di Jacques Lacan. Ha costruito una relazione tra la semiologia e l’analisi psicanalitica. Nel 1992 è nominata direttore della Scuola di dottorato “Langues, littératures et civilisations, recherches transculturelles: monde anglophone-monde francophone”, all’Università di Paris VII Denis Diderot e Permanent Visiting Professor al Dipartimento di Letteratura comparata dell’Università di Toronto. Nel 1993 è nominata membro del Comitato scientifico, che affianca il ministro dell’Educazione Nazionale. Attualmente è  professoressa di semiotica all’Università Paris VII  Denis Diderot e  alla State University of New York.

 

Opere dell’autrice in italiano

 – Stranieri a noi stessi. L’Europa, l’altro, l’identità, Donzelli, Roma 2014

Libro che riflette sul tema dello straniero e sulla condizione di essere stranieri. Sostiene una tesi radicale: la possibilità di vivere “con gli altri” senza rifiutarli, ma allo stesso tempo senza annullare le differenze, passa attraverso il riconoscimento del nostro essere “stranieri a noi stessi”. Rispettare lo straniero nella sua differenza significa riconnettersi al nostro diritto alla singolarità, che è l’ultima conseguenza dei diritti e dei doveri dell’essere umano.

 – L’avvenire di una rivolta, il Melangolo, Genova 2013

«In epoche che percepiamo in oscuro declino o, almeno, sospese, l’indagine resta la sola forma di pensiero possibile: indizio di una vita semplicemente viva. L’interiorità non è la nuova prigione. Il suo bisogno di legami potrebbe, in futuro, fondare un’altra politica. Oggi, la vita psichica sa che si salverà solo se saprà concedere a se stessa il tempo e lo spazio delle ribellioni: rompere, rammentare, rifare».

 – Teresa, mon amour. Santa Teresa d’Ávila: l’estasi come un romanzo (2008), Donzelli, Roma 2009

Il romanzo costituisce una dettagliata ricostruzione dell’universo mentale e del malessere psicofisico della santa che diviene lo spunto per una profonda riflessione sul nostro attuale bisogno di credere. Dall’introduzione all’opera di Julia Kristeva su Iaph Italia.

 – Il bisogno di credere. Un punto di vista laico, Donzelli, Roma 2006

In questo libro, che raccoglie assieme al testo della Conferenza di Notre-Dame un ampio saggio inedito scritto appositamente, Kristeva anticipa i termini delle sue nuove sfide intellettuali. Parlarne da laica non le preclude un’attenzione particolarmente sensibile a quel «bisogno di credere» e a quell’elaborazione del dolore che rappresentano uno degli apporti più originali del cristianesimo alla nostra civiltà. Dall’introduzione all’opera di Julia Kristeva su Iaph Italia.

 – Hannah Arendt. La vita le parole (1999), Donzelli, Roma 2005

 – Melanie Klein. La madre la follia (2000), Donzelli, Roma 2006

 – Vita d’una donna (2002), Donzelli, Roma 2004

L’ iperbole provocatoria di “genio” è stata il filo conduttore che ha aiutato Julia Kristeva a riconoscere il contributo di alcune donne straordinarie che hanno segnato la storia dell’ultimo secolo. È per affinità personale che Kristeva ha letto, amato e scelto Hannah Arendt (1906-1975), Melanie Klein (1882-1960) e Colette (1873-1954) valorizzando il superamento operato nei rispettivi campi di riferimento: la politica, la psicoanalisi e la letteratura. Dall’introduzione all’opera di Julia Kristeva su Iaph Italia.

 – Il rischio del pensare (intervista a Marie-Christine Navarro, 1998), Il melangolo, Genova 2006

«La rivolta costituisce la nostra intimità psichica, la vita psichica, lo psichismo come vita»: si tratta di una ribellione in nome della libertà che non vuole ridurre l’individuo a un dis-adattato della produzione, quando il consumo spacciato per vita non è altro che il pallido simulacro di un’ingannevole sublimazione. Dall’introduzione all’opera di Julia Kristeva su Iaph Italia.

 – Una donna decapitata (1996), Sellerio, Palermo 1997

Seconda opera narrativa dell’autrice, si tratta di un romanzo poliziesco.

 – Le nuove malattie dell’anima (1993), Borla, Roma 1998

La pratica psicoanalitica recente scopre dei “nuovi pazienti”. Al di là delle apparenze classiche, isteria o nevrosi ossessive, le ferite narcisistiche, i rischi di psicosi, i sintomi psicosomatici mostrano tutti una particolare difficoltà a rappresentare. Dall’introduzione all’opera di Julia Kristeva su Iaph Italia.

 – Il linguaggio, questo sconosciuto: iniziazione alla linguistica (con un’intervista di Augusto Ponzio), Adriatica, Bari 1992

Da dove inizi quando vuoi conoscere la linguistica? Questo libro risponde a questa domanda. Più che un libro di testo, per gli studenti interessati alla lingua e alle scienze umane, traccia la storia dei pensieri sul linguaggio, sviluppati in diverse civiltà, per focalizzare il suo interesse sulla scienza del linguaggio in Occidente. Il pensiero linguistico è così illuminato, come strettamente correlato alla filosofia e alla società.

 – I samurai (1990), Einaudi, Torino 1991

Debutto narrativo dell’autrice – che ricalca nel titolo il capolavoro di Simone de Beauvoir – “I samurai” è un romanzo semi-autobiografico che ricostruisce brillantemente un’epoca fondamentale della storia francese del dopoguerra – Parigi alla fine degli anni ’60 – e allo stesso tempo registra la disillusione politica e il fermento di una generazione. In una vivace narrazione che copre tre continenti, il romanzo segue una schiera di guerrieri intellettuali appassionati e promiscui: il “samurai” per il quale la scrittura è l’unico atto duraturo di piacere e di guerra combinati.

 – La testa senza il corpo. Il viso e l’invisibile nell’immaginario dell’Occidente (1989), Donzelli, Roma 2009

Con una prosa a metà tra il letterario e il filosofico, e un ricchissimo apparato iconografico, il libro ripercorre una storia per immagini del visibile in Occidente, e diventa l’occasione per un ripensamento di alcune sue specificità, come l’importanza delle icone, che per i bizantini equivalevano non solo a una forma d’arte visuale ma anche a una forma di scrittura. Dall’introduzione all’opera di Julia Kristeva su Iaph Italia.

 – Stranieri a sé stessi (1988), Feltrinelli, Milano 1990

Il volume costituisce un classico della letteratura sull’interculturalità. Kristeva, analizza la figura dello straniero nella storia passando in rassegna le principali posizioni assunte dall’uomo occidentale nei confronti dello straniero. Dall’introduzione all’opera di Julia Kristeva su Iaph Italia.

 – Sole nero. Depressione e melanconia, Feltrinelli, Milano 1986

L’autrice propone qui una riflessione su depressione e melancolia. Due le tesi fondamentali sostenute nel libro: la prima, che la melancolia degli antichi abbia assunto nei nostri giorni il volto di una malattia riconoscibile quale la depressione; la seconda, che la depressione però, proprio perché sperimenta l’inconsistenza del senso delle cose sia capace di una trasformazione rivoluzionaria nel pensiero e nelle forme artistiche.

 – In principio era l’amore. Psicoanalisi e fede (1985), Il mulino, Bologna 1987; ed. SE, Milano 2001

Analizzando le coincidenze cruciali tra psicoanalisi e fede da un punto di vista laico, Kristeva auspica una condizione esistenziale rinnovata dall’ interesse per l’altro motivato dall’amore e dal dialogo libero da pregiudizi. Dall’introduzione all’opera di Julia Kristeva su Iaph Italia.

 – Storie d’amore (1983), Editori Riuniti, Roma 1985

«Essere una psicanalista significa sapere che tutte le storie finiscono per parlare d’amore»: questa la genesi di un libro che riflette proprio sulla mancanza d’amore – presente o passata, reale o immaginaria – come leit motiv del dolore dei pazienti psicanalitici. Condividere con i pazienti il senso di smarrimento che l’amore sempre porta con sé è la chiave della comprensione di questa stessa sofferenza. Il confronto con il decalogo delle differenti forme d’amore, da quello cristiano a quello sessuale, e con le grandi elaborazioni teoriche dell’amore, da Platone a Bataille, confermano l’amore al centro della storia umana.

 – Poteri dell’orrore. Saggio sull’abiezione (1980), Spirali, Milano 1981

Questo libro, al di là dell’esperienza psicanalitica che comporta, costituisce una riflessione sul nichilismo moderno e sul suo superamento effettuato dalla scrittura. Dall’introduzione all’opera di Julia Kristeva su Iaph Italia.

 – Materia e senso. Pratiche significanti e teoria del linguaggio (traduzione parziale di Polylogue, 1980), Einaudi, Torino 1980

Kristeva definisce la “semanalisi” quella semiologia che stringe alleanze con la psicanalisi freudiana e con la sociologia. La semiotica si deve rivolgere alla psicoanalisi per rimettere in questione il soggetto senza di cui la lingua come sistema formale non si realizza nell’atto di parola. Dall’introduzione all’opera di Julia Kristeva su Iaph Italia.

 – Donne cinesi, Feltrinelli, Milano 1975

Libro scritto al ritorno dell’autrice dal suo viaggio in Cina nel 1974.

 – La rivoluzione del linguaggio poetico (1974), Marsilio, Venezia 1979

La linguistica cessa di essere una scienza costitutiva, universitaria, mentre in essa si profilano due tendenze inseparabili ma distinte: il simbolico, ordine dell’individuazione, dell’enunciazione, della significazione, e il semiotico, momento d’irruzione della pulsione del linguaggio, ritmo, senso. E nella dialettica di questi due momenti il linguaggio poetico compie la sua rivoluzione. Una rivoluzione non teologica, non risolutiva, in cui le grandi istituzioni occidentali, lo stato, il diritto, la religione, vengono erose da questo lavoro nella lingua. Dall’introduzione all’opera di Julia Kristeva su Iaph Italia.

 – Séméiôtiké. Ricerche per una semanalisi (1969), Feltrinelli, Milano 1978

La semiotica, qui, si propone come il luogo da cui si articolerà una teoria generale delle modalità di significazione. Mirando allo stesso tempo a mettere in discussione o rielaborare i sistemi linguistici e logici, attraverso le analisi del soggetto e della storia chiamate da Freud e Marx, è designato come una semanalisi. L’elaborazione della semanalisi, spostando i limiti del segno, del significato, della struttura, deve necessariamente trovare come punto di partenza un «oggetto escluso dall’ordine della conoscenza poiché enfatizza i suoi contorni: “letteratura”».

 

Saggi in volume

 – Discorso e famiglia in Cina. Alcune proposte (1975), in Armando Verdiglione (a cura di), Psicanalisi e semiotica, Feltrinelli, Milano 1975

 – Il soggetto in processo (1973), in Philippe Sollers (a cura di), Verso una rivoluzione culturale, Dedalo, Bari 1974

 – Bataille l’esperienza e la pratica (1973), in Philippe Sollers (a cura di), Verso una rivoluzione culturale, Dedalo, Bari 1974

 – La semiologia scienza critica e/o critica della scienza (1971), in Umberto Silva (a cura di), Scrittura e rivoluzione (traduzione parziale di Théorie d’ensemble), Mazzotta, Milano 1974

 – Semiologia e grammatologia (1968), in Jacques Derrida, Colloqui con Henri Ronse, Julia Kristeva, Jean-Louis Houdebine, Guy Scarpetta, Lucette Finas, Bertani, Verona 1975

 

Opere sull’autrice

– Jennifer Radden, The Nature of Melancholy: From Aristotle to Kristeva, Oxford University Press, 2000

– Megan Becker-Leckrone, Julia Kristeva And Literary Theory, Palgrave Macmillan, 2005

– Sara Beardsworth, Julia Kristeva, Psychoanalysis and Modernity, Suny Press, 2004 (2006 Goethe Award for Psychoanalytic Scholarship for the best book published in 2004)

– Kelly Ives, Julia Kristeva: Art, Love, Melancholy, Philosophy, Semiotics and Psychoanalysis, Crescent Moon Publishing Édition, 2010

– Kelly Oliver, Ethics, Politics, and Difference in Julia Kristeva’s Writing, Routledge, 1993

– John Lechte, Maria Margaroni, Julia Kristeva: Live Theory, Continuum International Publishing Group Ltd, 2005

– Anna Smith, Julia Kristeva: Readings of Exile and Estrangement, Palgrave Macmillan, 1996

– David Crownfield, Body/Text in Julia Kristeva: Religion, Women, and Psychoanalysis, State University of New York Press, 1992

 

Link dove compaiono articoli, testi, interventi dell’autrice 

Dobbiamo costruire una religione laica, La Repubblica

24.03.2005 Intervista di Cristina Bolzani, “Julia Kristeva: Colette e le sensuali polifonie”, SD

22.08.2004 Intervista di Ottavio Rossani, “Julia Kristeva: oltre il femminismo per capire il ‘900

01.07.2010 Una conversazione con Julia Kristeva

23.03.2006 Julia Kristeva: la geniale arte della vita

10.02.2004 Julia Kristeva a Bisanzio, come in un quadro di Escher

13.10.1997 Julia Kristeva: “Freud, linguista taumaturgo. Capì che solo la parola ci può salvare”

 

Link 

Visita il sito ufficiale dell’autrice

Leggi la recensione di “L’avvenire di una rivolta” di Paolo B. Vernaglione

 

Valeria Mercandino
Valeria Mercandino

Valeria Mercandino ha studiato Scienze Filosofiche a Roma Tre e si è laureata con una tesi sulla pratica politica dell’autocoscienza in Italia. È dottoranda di Filosofia politica presso l’Università degli studi di Verona e sta lavorando al con (...) Maggiori informazioni

Giulia Salaris

Giulia Salaris ha studiato Scienze filosofiche presso l’Università degli Studi di Roma Tre, laureandosi con una tesi sulla controfattualità. I suoi studi di filosofia del linguaggio e filosofia politica si sono arricchiti dell’incontro con il p (...) Maggiori informazioni