Scuola politica UDI – Roma, 16-18 settembre 2011

La scuola politica UDI è ormai una consuetudine per l’associazione. Si tiene normalmente nella prima quindicina di settembre ed ha un carattere itinerante: cambia il luogo, cambia il gruppo UDI che la organizza, cambiano le donne che via via vengono invitate a parlare, cambiano le facce e gli umori, cambiano i governi, cambiano le congiunture economiche. Ciò che non cambia, da sei anni a questa parte – quando l’esperienza iniziò alle Costantine in territorio leccese – è il desiderio di ritrovarsi a parlare.
Parlare di cosa? Negli anni: di corpo fertile che si riproduce (Genova 2010), dei nostri vent’anni di storia dall’epocale XI Congresso (Lecce, 2006), oppure, come quest’anno, di femminismo fra mitologia e realtà (Roma, 2011).
Un percorso, quello delle scuole, che ha innestato un cerchio virtuoso di riflessione sul nostro presente e sulla storia più contemporanea dell’UDI, nell’intento di stringere legami, creare alleanze di pensiero ed azione che, a partire dalle nostre relazioni ci consentano con forza di ribadire il “chi siamo” e di prendere parola sui temi che avvertiamo più cogenti per le donne oggi in Italia. La Scuola si è dimostrata inoltre il terreno “magico” dove riscoprire alleanze ed esprimere al massimo il contributo di pensiero e di speculazione intellettuale che le donne dell’UDI, stimolate da esperienze di condivisione culturale, stanno sperimentando da alcuni anni. La politica di inclusione e condivisione delle iniziative altrui, ha permesso all’associazione di crescere enormemente a livello di apporto teorico e di sostegno anche al pensiero delle singole e delle associazioni che hanno trovato nell’UDI un luogo da abitare nella diversità, ma con obiettivi comuni. L’impronta decisa che Pina Nuzzo ha dato in questo senso all’UDI ha permesso a tutte di crescere significativamente, sia nel rispetto della nostra tradizione, sia nella consapevolezza che solo una visione d’insieme che rispetti l’altra anche nel confronto può portare a quella sinergia d’intenti in grado di muovere e spostare il mondo.
La scelta di ospitare la tre giorni a Roma, nella sede nazionale UDI in via Arco di Parma, non è stata casuale. La sede nazionale UDI aveva già fatto da cornice alla scuola 2009 incentrata sull’ambizione politica delle donne. Riproporre nel 2011, a poco più di un mese dal XV Congresso UDI, una scuola a Roma significa per noi risottolineare il valore simbolico che la sede ha per tutte le donne dell’UDI. E’ ricentrare la nostra politica a partire dal nazionale per declinarla quindi sui territori che danno respiro e vigore alle campagne e all’azione politica che abbiamo finora promosso. Un ripartire quindi da qui, integrando la nostra esperienza UDI con le parole, i modi e i contenuti anche delle donne che hanno fiducia, e danno valore, al nostro modo di fare e di vivere il femminismo.
Quest’anno si è così riproposto anche lo stimolante incontro con il pensiero di Federica Giardini e delle filosofe che con lei hanno lavorato al volume Sensibili guerriere.
Abbiamo iniziato, venerdì mattina, con una narrazione intensa e significativa di Simonetta Spinelli e Vania Chiurlotto. La loro militanza femminista è stata alla base di un racconto che ci ha consentito di ricollocare dati e nozioni, di fare spazio e luce sulla partecipazione femminile fra il Sessanta e il Settanta.
Spinelli e Chiurlotto. Due donne che partivano da militanze completamente diverse: la prima è stata attivista del Collettivo Pompeo Magno di Roma, la seconda è stata
invece da subito una donna del’UDI. Visioni e modalità differenti hanno infatti caratterizzato l’azione politica di queste due veterane della politica delle donne per le donne.
Un bel Quaderno UDI, Dirsi femminista tra mitologia e realtà, curato da Ilaria Scalmani con immagini e dati dell’archivio centrale UDI, raccoglie le testimonianze di queste protagoniste del movimento femminista su cosa ha significato per loro essere e dirsi femministe e sulla peculiarità della loro esperienza. Una finestra socchiusa su uno stare ed un essere che ha fornito il “la” per una tre giorni di dibattito intensissimo. A fare da corredo, in un movimento continuo fra lo ieri e l’oggi vissuto e parlato, l’intervento delle autrici di Sensibili guerriereAngela Lamboglia, con Eleonora Mineo, Claudia Bruno e Teresa Di Martino, si sono mosse nel territorio da loro già esplorato dell’interpretazione e dell’uso della forza. Alcune parole chiave, da loro suggerite e riprese nella restituzione introduttiva del sabato mattina, hanno quindi sostenuto e perfezionato il dibattito della seconda giornata. A questo si è aggiunto il contributo di Ilaria Scalmani sulla piazza virtuale e sui bisogni di coniugare il nostro fare politica sia fisicamente, sia virtualmente. L’esperienza del blog fareilpunto.it è infatti da mesi al centro di un dibattito interno alla redazione sulla modalità di rendere più fluido, leggero, leggibile e fruibile questo strumento che sta accompagnando l’azione politica UDI fra le donne.
La partecipazione e il contributo di tutte, donne dell’UDI e non solo, ha creato una sinergia e una poliedricità di pensiero inattesa che ha consentito, fra l’altro, a Teresa Di Martino di formulare e perfezionare la proposta di una “maternità universale” quale tentativo di nuovo approccio al sistema produttivo/economico attuale. In vista del prossimo XV Congresso UDI – che si celebrerà a Bologna dal 20 al 22 ottobre – le sollecitazioni di queste giornate hanno fornito ulteriore materiale di scambio e di dibattito, sostenendoci nella direzione intrapresa basata su di una azione politica che privilegia il femminile nelle relazioni (viste come terreno di apertura di conflitti espliciti e come strumento di approfondimento delle problematiche che riguardano le donne).
La domenica mattina Federica Giardini ha chiuso il percorso della scuola. Riannodando i fili dei discorsi aperti, la filosofa ha proposto di lavorare su buone pratiche e sentiri comuni, al fine di delineare un pensiero che raccolga il nostro modo di essere e dirsi femminista nell’attualità a partire anche dal come viviamo le nostre relazioni.
Report a cura di Valentina Sonzini
Redazione

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